Cronaca internazionale

Truppe schierate al confine con la Russia: cosa rivela l'ultima mossa Usa

La guerra in Ucraina sta portando i Paesi baltici a rivedere il proprio ruolo nella Nato: previsti nuovi accordi di cooperazione con gli Usa ma anche un rinnovato spirito di collaborazione militare con la Scandinavia

Truppe schierate al confine con la Russia: cosa rivela l'ultima mossa Usa

Il Baltico sempre più integrato nella Nato e più vicino a Washington: quest'oggi, infatti, i rappresentanti di Lettonia, Lituania ed Estonia hanno sottoscritto nella capitale Usa un accordo che stabilisce la strategia di implementazione della cooperazione in materia di difesa con gli Stati Uniti per i prossimi cinque anni. Un passo che ha come obiettivo quello di individuare gli step successivi e una serie di misure volte a garantire un migliore coordinamento e maggiore interoperabilità delle forze armate dei due fronti, soprattutto nell'ottica di potenziare la capacità di deterrenza della Nato nella regione. L'accordo prevede, inoltre, la presenza permanente delle forze americane in loco e l'impegno a promuovere la cooperazione a tutti i livelli della difesa, tra cui spazio aereo, missilistica e cybersecurity.

La dichiarazione congiunta Paesi baltici-Stati Uniti

L'accordo è stato siglato in un clima di cooperazione via via crescente tra le tre repubbliche e gli Stati Uniti, in considerazione della loro speciale posizione geografica. Da sempre "cuscinetto" tra l'Europa e la Russia, dallo scoppio della guerra in Ucraina svolgono il ruolo di prima frontiera a proposito del contenimento di Mosca. Non a caso, due giorni fa, le presidenti del Consiglio dell'Estonia (Kaja Kallas), della Lettonia (Evika Silina) e della Lituania (Ingrida Simonyte) hanno pubblicato una dichiarazione congiunta che annuncia l'adozione di un approccio comune per il controllo dell'attuazione delle sanzioni dell'Unione europea nei confronti della Russia e della Bielorussia. Secondo quanto scritto nella dichiarazione, dal prossimo 31 gennaio gli Stati baltici adotteranno controlli più severi nei casi in cui vi sia il sospetto che le merci presentate alle dogane possano aver seguito percorsi o utilizzato stratagemmi per eludere le sanzioni. L'accordo prevede, inoltre, un coordinamento delle strategie di comunicazione tra i tre Paesi. "Un approccio comune aiuterà a prevenire la frammentazione e ad aumentare l'efficacia delle sanzioni. Ci auguriamo che l'iniziativa per il Baltico costituisca un buon esempio per gli altri Paesi di confine dell'Unione europea. Per quanto ci concerne, noi continueremo i nostri sforzi per armonizzare l'attuazione delle sanzioni a livello dell'Unione europea", ha dichiarato la premier estone Kaja Kallas.

L'impegno della Lettonia nella strategia Nato

Fra i tre Paesi baltici è soprattutto la Lettonia che, nelle ultime settimane, fornisce segni di una cooperazione sempre più rafforzata con le sponde dell'Atlantico. Il ministro della Difesa della Lettonia, Andris Spruds, ha firmato pochi giorni fa un accordo con il governo degli Stati uniti per l'acquisto di 6 sistemi missilistici Himars, per un importo complessivo di poco inferiore ai 180 milioni di dollari. "Si tratta di un altro passo importante nel rafforzamento del partenariato strategico tra la Lettonia e gli Stati Uniti e nello sviluppo delle capacità di difesa della Nato", ha sottolineato Spruds. "Sono convinto che il sistema Himars svolgerà un ruolo importante nella prevenzione delle aggressioni e nella protezione della Lettonia", gli ha fatto eco l'ambasciatore degli Usa a Riga, Cristopher Ribinson. I primi sistemi Himars arriveranno in Lettonia nel corso del 2027.

Nell'ultima settimana, Riga ha intensificato anche la cooperazione militare transfrontaliera con la Finlandia: il ministro degli Esteri della Lettonia, Krisjanis Karins, aveva incontrato, lo scorso 14 dicembre, a Riga, la sua omologa finlandese, Elina Valtonen. Nel corso del bilaterale, i due ministri hanno discusso dell'aumento della cooperazione tra la Lettonia e la Finlandia, con particolare riguardo ai settori della difesa e dell'industria militare.

Gli accordi Svezia-Lituania e l'industria militare in Estonia

Nell'ambito della strategia baltica, sebbene la Svezia stia vivendo un percorso accidentato verso la Nato, Vilnius ha scelto di intensificare,, dal canto suo, la cooperazione militare con Stoccolma. La viceministra della Difesa della Lituania, Greta Monika Tuckute, ha firmato due giorni fa a Stoccolma un accordo preliminare con la Defense Resources Administration (Dra) dell'esercito svedese per l'acquisizione di sistemi di difesa aerea a corto raggio. Si prevede che i primi componenti del sistema di difesa aerea a corto raggio verranno consegnati alla Lituania nel 2025. Nel corso della sua visita a Stoccolma, Tuckute ha inoltre incontrato il suo omologo svedese, Peter Sandwall, con il quale ha discusso del rafforzamento della cooperazione bilaterale e della possibile partecipazione della Svezia alla missione di polizia aerea dello spazio baltico dopo il suo ingresso nella Nato. I due viceministri hanno, infine, discusso della formazione di una coalizione per lo sminamento dell'Ucraina.

In Estonia, invece, il ministro della Difesa estone, Hanno Pevkur, ha presentato al governo un progetto di emendamento alla Legge sulle armi e gli esplosivi che possa creare un quadro giuridico maggiormente favorevole allo sviluppo dell'industria militare nel Paese. In particolare, gli emenadamenti proposti mirano ad ampliare la concessione dei permessi per lo sviluppo di industrie di carattere militare, oggi limitata alle aziende dirette e amministrate da cittadini dei Paesi dell'Unione europea e della Nato. Gli emendamenti intendono, inoltre, ridurre le pratiche burocratiche previste per la produzione di munizioni e armamenti e rivedere complessivamente i requisiti richiesti per la concessione del porto di armi da guerra e delle relative munizioni.

Una volta ottenuto il nulla osta da parte del gabinetto di governo, il progetto passerà al Parlamento (Riigikogu) per l'approvazione definitiva.

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