Cronaca internazionale

"Operazione al confine con l'Egitto": così Israele stringe la tenaglia su Hamas

Tel Aviv pronta a un'operazione lungo il confine con l'Egitto per riprendere controllo del famigerato valico di Rafah. Crescono i timori de Il Cairo

Studenti palestinesi protestano al valico di Rafah
Studenti palestinesi protestano al valico di Rafah

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"Operazione al confine con l'Egitto": così Israele vuol stringere la tenaglia su Hamas

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A tre mesi dall'attacco di Hamas che ha scatenato l'operazione su vasta scala da parte di Israele, Tel Aviv sceglie di mettere ulteriormente in sicurezza il confine con l'Egitto, securizzando una volta per tutte il famigerato valico di Rafah.

L'indiscrezione del Wsj sul futuro del valico di Rafah

Secondo un'indiscrezione del Wall Street Journal, che cita funzionari israeliani e egiziani, il governo Netanyahu e le Idf avrebbero informato l'Egitto che intende lanciare un'operazione militare per prendere il controllo del confine tra la Striscia di Gaza e l'Egitto. Il piano dovrebbe vedere Israele riprendere il controllo del valico di frontiera di Rafah e posizionare il proprio esercito lungo il cosiddetto "Corridoio Filadelfia" che separa l'Egitto e la Striscia, mentre le forze israeliane continuerebbero a operare all'interno di Gaza, proseguendo con l'operazione iniziata nell'ottobre scorso. Secondo quanto riferito, i funzionari israeliani avrebbero cercato di raggiungere un accordo che soddisfi anche le esigenze del Cairo, rassicurando il governo egiziano sugli eventuali danni collaterali che il Paese potrebbe subire a causa della presenza delle Idf sul valico di Rafah.

I problemi di sicurezza del valico di Rafah e i timori egiziani

Il valico è da sempre stato un confine problematico, sin dalla sua creazione nel 1979. Un passaggio di circa dodici chilometri in pieno Sinai, gestito fino al 2005 dall’Autorità Aeroportuale israeliana, secondo il piano di disimpegno unilaterale, per poi passare alla missione europea Eubam fino al 2006. La sua sensibilità tornò recentemente alla ribalta nel giugno del 2006, quando il carrista israeliano Gilad Shalit venne catturato da un commando palestinese grazie a un tunnel scavato tra i sobborghi di Rafah e la località di Kerem Shalom. Dal rifiutò di cedere al ricatto delle brigate al-Qassam e di liberare Shalit, Tel Aviv attaccò la Striscia di Gaza a partire dal 28 giugno dello stesso anno. Solo nell’ottobre del 2011, dopo aver rifiutato di cedere a diverse proposte inaccettabili, e acconsentendo alla liberazione di mille prigionieri palestinesi, il soldato dell’Idf venne liberato.

Rafah venne riaperto nel 2007, sebbene il valico venne blindato di fatto. Solo un anno dopo, circa 200 metri del delicato confine vennero abbattuti dagli uomini di Hamas attraverso dinamite e bulldozer: un attacco terroristico che consentì l'ingresso senza controllo di 350mila profughi palestinesi in Egitto. Da allora, Il Cairo ha sempre sentito il valico come il proprio ventre molle, facile preda logistica nel groviglio mediorientale.

Fermare il flusso di armi verso Gaza: l'obiettivo di Israele

Il valico di Rafah, in questa nuova crisi, ha permesso, seppur a singhiozzi, il passaggio di profughi e aiuti umanitari, tuttavia è considerato in questo momento una zona di ulteriore allarme per il governo di Tel Aviv. Secondo il report del Wsj, i leader israeliani affermano di volere il controllo dell'area per impedire ad Hamas di contrabbandare armi nella Striscia di Gaza. Per Il Cairo un'operazione del genere potrebbe violare e far venire meno la ratio dell trattato di pace esistente tra Egitto e Israele, che limita il numero di soldati che ciascun paese può far stazionare ai propri confini. Israele non ha ancora autorizzato la missione, e la sua tempistica dipende dai negoziati con il governo egiziano, che sta cercando di mediare un nuovo accordo sulla liberazione degli ostaggi con Hamas.

Anche per il valico e la città di Rafah non v'è pace dal 7 ottobre scorso: solo questa notte è di almeno 13 morti, fra cui 2 bambini, il bilancio di un raid israeliano che nella notte ha colpito vicino Rafah. I corpi delle persone uccise, principalmente membri di una famiglia sfollata dal centro di Gaza, sono stati portati all'ospedale Abu Youssef al-Najjar della città, dove sono stati visti da un reporter di Associated Press.

Salgono così a oltre 30 i morti palestinesi in raid aerei israeliani nella notte sulla Striscia: le 13 vittime a Rafah si aggiungono infatti ai 20 morti registrati a Gaza City in un raid di Israele su una casa nel quartiere di Daraj.

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