Cronaca internazionale

Dalla Thailandia agli Usa: tutte le vittime (e gli ostaggi) nella guerra in Israele

La Thailandia, con ben 18 morti e 11 ostaggi, detiene il triste primato dei morti stranieri per gli attacchi di Hamas in Israele. Tra i Paesi europei la Francia è quello più colpito con 8 morti e 20 dispersi

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La guerra scoppiata in Israele ha indirettamente coinvolto tutta la comunità internazionale. Le vittime causate dall'offensiva di Hamas provengono infatti da ogni continente: dall'Europa all'Asia passando per l'America Latina. Lo stesso vale per gli ostaggi. Siamo di fronte ad una crisi globale, con decine di governi impegnati a rintracciare i propri connazionali presenti sul territorio israeliano. Molti sono stati individuati e messi in salvo, altri risultano ancora dispersi. Ad ora, con 18 morti e 11 ostaggi, la Thailandia detiene il triste primato dei morti stranieri. Per quanto riguarda l'Europa, la Francia è il Paese più colpito con 8 morti e 20 dispersi.

La situazione delle vittime e dei dispersi

Abbiamo parlato della Thailandia. Ebbene, 18 thailandesi risultano essere morti in territorio israeliano in circostanze non specificate e ancora da chiarire. Altri otto sono stati feriti mentre undici rapiti da Hamas e presumibilmente portati nella Striscia di Gaza. Ricordiamo che circa 30.000 thailandesi lavorano in Israele, per lo più come lavoratori agricoli.

Gli Stati Uniti piangono almeno 11 vittime. Ignoti i cittadini scomparsi. Joe Biden ha tuttavia ritenuto "probabile" che "cittadini americani si trovino tra le persone tenute in ostaggio da Hamas". Numeri elevati anche per il Nepal, con 10 morti e uno scomparso. Israele ospitava circa 265 studenti nepalesi, 17 dei quali alloggiavano nel kibbutz Alumim, nel sud, bersaglio dell'attacco.

Arriviamo alla Francia, che ha dichiarato otto morti e 20 dispersi, alcuni dei quali molto probabilmente rapiti, con il bilancio che rischia di aggravarsi. L'Argentina ha confermato la morte di sette cittadini e la scomparsa di altri 15. L'ambasciata russa a Tel Aviv ha parlato della morte di quattro russo-israeliani mentre per l'Ucraina si contano due vittime.

Numeri da incubo

In Regno Unito le famiglie hanno confermato la morte di due britannici: quella di Nathanel Young, 20 anni, che serviva nell'esercito israeliano, ucciso al confine con Gaza, e quella di Bernard Cowan, uno scozzese che è morto nell'attacco. Il ministro degli Esteri James Cleverly ha dichiarato, senza ulteriori chiarimenti, che "un numero significativo di israeliani britannici" è stato "in qualche modo coinvolto nelle atrocità terroristiche".

Il Perù ha riferito della morte di due peruviani. Altri tre sono dispersi. Il primo ministro cambogiano Hun Manet ha confermato la morte di uno studente cambogiano. Il ministero degli Esteri canadese ha detto di essere venuto a conoscenza della morte di un canadese e della scomparsa di altri tre. Il Brasile ha confermato la morte di un israelo-brasiliano, ma non ha specificato se fosse tra le tre persone la cui scomparsa era stata annunciata dal governo il giorno prima.

Per la Germania si contano diversi cittadini tedeschi con doppia cittadinanza sono tra gli ostaggi. Il ministero non ha commentato il presunto rapimento di una ventiduenne di origine tedesca, Shani Louk, che era al rave e che sua madre ha identificato in un video che circolava sui social media. Il ministro degli Esteri messicano, Alicia Bàrcena, ha annunciato che due messicani sono stati sequestrati.

Fonti ufficiali, oltre a quelle citate in precedenza, denunciano la scomparsa di uno o più dei loro cittadini: le Filippine (cinque), l'Austria (tre), il Paraguay (due), la Colombia (due), la Tanzania (due), l'Italia (due), Irlanda (uno) e il Cile (uno).

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