Cronaca internazionale

Quasi un anno in carcere in Romania, la denuncia della madre: "Trattato come Ilaria Salis"

Ornella Matraxia si batte affinché il figlio, il 29enne Filippo Mosca, possa uscire dalla casa circondariale dove è rinchiuso con l'accusa di traffico di droga internazionale

Il detenuto Filippo Mosca
Il detenuto Filippo Mosca

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Quasi un anno in carcere in Romania, la denuncia della madre: "Trattato come Ilaria Salis"

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Il caso di Ilaria Salis in Ungheria, ripresa in Tv incatenata mani e piedi in tribunale, ha acceso il dibattito su come vengono trattati i detenuti italiani nelle case circondariali dei Paesi esteri. I familiari dell'insegnante di Monza non sono gli unici a lamentarsi per le condizioni disumane a cui sarebbero sottoposti i loro congiunti. Da diverso tempo, una donna di Caltanissetta, Ornella Matraxia, si batte affinché il figlio, il 29enne Filippo Mosca, possa uscire dal carcere in Romania dove è rinchiuso con l'accusa di traffico di droga internazionale. La madre del detenuto ha più volte denunciato lo stato in cui versa la casa circondariale romena, dove in una cella ci sono più di venti persone e le condizioni igieniche lasciano a desiderare.

La detenzione in Romania

Mosca è rinchiuso nel carcere di Porta Alba di Costanza dallo scorso mese di maggio. Il Consiglio d'Europa conosce bene questo carcere e ha più volte richiamato il governo di Bucarest per il sovraffollamento dell'istituto penitenziario, le condizioni fatiscenti delle celle e per l'insufficiente assistenza sanitaria. "La Farnesina mi ha detto - ha dichiarato a la Repubblica la madre del detenuto siciliano - che potrebbe fare una nota di accompagnamento alla richiesta di arresti domiciliari. Da dieci mesi chiedo aiuto e si limitano ad allargare le braccia. Avevo anche affittato una casa a Bucarest pur di far uscire mio figlio da lì e mi hanno lasciata sola".

Le condizioni psicofisiche di Mosca

Ornella Matraxia ha fatto presente quali sono i pericoli per i detenuti in un carcere del genere. "Filippo è molto depresso - ha spiegato - mi dice che non resisterà ancora molto. Mi ha raccontato che una ragazza si è impiccata qualche giorno fa, che altri cercano di fare lo stesso o si provocano lesioni. Convivo con il terrore che faccia lo stesso o che qualcuno gli faccia del male". Le parole della donna sembrano essere suffragate da atti concreti. A quanto pare il figlio, appena sette giorni fa, è stato malmenato da un compagno di cella con problemi psicologici. Un altre detenuto, nel corso della rissa, avrebbe anche estratto un coltello, ma della vicenda non ci sono tracce negli uffici della direzione del carcere. La madre di Filippo Mosca, però, ha raccolto le lamentele del figlio. "Gli stranieri sono trattati come detenuti di serie B, Filippo mi racconta di continue umiliazioni e vessazioni - ha aggiunto -. E da dieci mesi io non vivo più".

L'assistenza sanitaria

Dal punto di vista medico le carenze sarebbero ancora più evidenti. La madre di Filippo ha raccontato che il giovane prende delle medicine specifiche e che ha bisogno di seguire una dieta particolare per i suoi problemi di salute. "Chi dorme di giorno viene punito. La luce - denuncia Ornella Matraxia - rimane accesa sempre. Ma è Europa questa? L’ambasciata mi ha detto di essere a conoscenza delle condizioni terrificanti delle carceri, ma di non poter fare niente". Ora la donna, tramite il suo legale, si è rivolta alla Corte europea.

Chi è Filippo Mosca

Filippo Mosca è stato proprietario per diverso tempo di un ristorante in Spagna, a Ibiza. In Romania c'era andato insieme alla sua ragazza e ad amici per seguire un concerto di musica elettronica. Il 29enne è finito nei guai dopo che la polizia romena ha fatto irruzione nella sua camera d'albergo. Una persona che conosceva gli aveva chiesto la cortesia di ricevere in hotel un pacco che non poteva farsi recapitare altrove. Filippo, però, non poteva immaginare che in quell'involucro ci fosse droga e la polizia lo ha fermato. Nonostante la persona interessata lo abbia successivamente scagionato dicendo che il ragazzo non c'entrava nulla, il 29enne e i suoi amici sono finiti in carcere.

Poi, come beffa finale, è arrivata anche la condanna a otto anni di reclusione.

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