Cronaca internazionale

Sparatorie e attentati esplosivi: le narco gang islamiche "assediano" la Svezia

Il 2023 si sta rivelando l'annus horribilis per la Svezia, nella quale la violenza gangsteristica ha lasciato a terra più di 40 morti e prodotto oltre 150 attentati dinamitardi.

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È sempre più buio appena prima dell'alba. Forse il 2024 sarà un anno migliore per la Svezia, l'anno dell'alba e dunque dell'inizio di un graduale ritorno alla normalità, ed è per questo che il 2023 si è rivelato l'annus terribilis della guerra della droga che sta avvolgendo e travolgendo i ghetti multietnici che costellano il paese da Stoccolma a Malmö.

Mai così tanti morti, mai così tanti attentati

Il 2023 non si è ancora concluso e già è entrato di diritto negli annali del gangsterismo svedese: mai così tanti morti, mai così tanti attentati, mai così tanto pericolo di sconfinamento dei cartelli dalle aree vulnerabili ai quartieri bene. Il risultato di aver voluto ignorare il fenomeno del delle gang svedesi per anni, denigrando e tacciando di estremismo di destra e cospirazionismo coloro che osassero indagarlo. Ma adesso, a causa dell'aggravamento della situazione, trascurare e negare non è più possibile.

Fatti e numeri dell'anno ancora in corso hanno messo in allerta le autorità, spingendo il governo in carica a sentire i vertici di forze dell'ordine e forze armate con l'obiettivo di trovare una soluzione (definitiva) alla guerra della droga che fra il 2017 e il 2022 ha causato 300+ morti, 700+ feriti e 400+ attentati con esplosivo. Guerra che quest'anno ha fatto un salto quanti-qualitativo: tentativi di mettere le mani sul maxi-mercato nero delle armi ucraino, infiltrazioni nelle istituzioni e manipolazioni elettorali, 134 attacchi/attentati dinamitardi e 289 sparatorie, per un totale di 44 morti e 87 feriti. I record di violenza degli anni precedenti sono stati superati quasi tutti.

Bombe, la nuova normalità

3 ottobre, 275esimo giorno dell'anno. Il che equivale a dire che in Svezia, nel 2023, hanno avuto luogo più di una sparatoria al giorno e un attentato con esplosivo ogni due giorni. Numeri che danno ragione alle descrizioni suggestive di quei media che hanno deciso di occuparsi della tragedia che stanno vivendo le periferie svedesi, come Politico, il punto di riferimento dei liberal europei, che ha parlato delle esplosioni come della "nuova normalità della Svezia".

Ulf Kristersson, che ha vinto le ultime elezioni facendo della lotta al gangsterismo uno dei suoi cavalli di battaglia, ha promesso alla cittadinanza che risolverà la guerra della droga installando più telecamere, aumentando i poliziotti per le strade e comminando pene più severe ai narcos, lasciando intendere che come extrema ratio potrebbe essere chiamato l'esercito.

Ma la sua ricetta alla Rudy Giuliani, in assenza di ingredienti che parlino di integrazione e recupero, rischia di fallire allo stesso modo delle strategie dei predecessori.

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