Guerra in Israele

Dopo le minacce, gli striscioni: ancora un attacco al console israeliano Carrai

Esponenti di formazioni ed associazioni legate alla sinistra chiedono le dimissioni del console dalla presidenza della Fondazione Meyer. Carrai aveva già sporto denuncia per minacce sui social

La protesta delle scorse ore davanti al Meyer
La protesta delle scorse ore davanti al Meyer

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Dopo le minacce, gli striscioni: ancora un attacco al console israeliano Carrai

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Bandiere della Palestina e striscioni contro Israele, per contestare la recente nomina a presidente della Fondazione Ospedale Pediatrica Meyer del console onorario israeliano Marco Carrai. Questa la protesta messa in atto nelle scorse ore davanti al nosocomio infantile del capoluogo della Toscana, dove si sono ritrovati esponenti e militanti di formazioni politiche ed associazioni vicine alla sinistra. C'erano, fra gli altri, rappresentanti di Rifondazione Comunista, Operatori per la Palestina, Cub Firenze, Comitato Io non ci sto, Usi Careggi e Cobas. Nel mirino dei contestatori è come detto finito Carrai: circa tre mesi fa, il console è stato nominato al vertice della Fondazione Meyer di Firenze, l'ente che fra le altre cose supporta i piccoli pazienti ricoverati presso l'ospedale toscano e le rispettive famiglie.

Una nomina che era stata ben accolta anche dall'assessore comunale Pd Sara Funaro e dal centrodestra, ma che non è piaciuta a quanto sembra agli esponenti della sinistra più estrema: a loro dire, Carrai non potrebbe presiedere la fondazione in questione a causa del sostegno da lui mostrato nei confronti del governo israeliano, con quest'ultimo accusato di aver causato migliaia di giovanissime vittime palestinesi a seguito della risposta militare al raid di Hamas dello scorso 7 ottobre. E per chiedere al console di fare un passo indietro, lasciando la presidenza della Fondazione Meyer, i manifestanti si sono presentati davanti all'ingresso dell'ospedale, esponendo vessilli palestinesi e striscioni polemici. "A Gaza strage di bambini - recitava uno striscione - fuori dalla Fondazione Meyer il console di Israele". "Gaza è un genocidio", si leggeva su un altro striscione. E ancora: "Stop al genocidio a Gaza, Israele deve essere processato dalla Corte di giustizia internazionale". Non sono mancati come detto attacchi allo stesso Carrai, definito ad esempio dai Cobas "lobbysta con le mani in pasta ovunque", in una nota pubblicata sulla pagina Facebook del comitato.

Nei giorni immediatamente precedenti alla protesta davanti al Meyer, anche i consiglieri comunali di Sinistra Progetto Comune avevano reputato inopportuno il ruolo di Carrai all'interno della fondazione. "Presiedere una fondazione che salva i bambini è incompatibile con il sostegno all'azione dell'attuale governo israeliano", la loro obiezione. A favore del console si erano invece schierati i consiglieri di Fratelli d'Italia, facendo presente come la sua nomina fosse antecedente all'attacco di Hamas e decisa sulla base del "suo curriculum e per il suo profilo imprenditoriale".

Carrai aveva già sporto denuncia per alcune minacce ricevute sui social network, sulle quali starebbe indagando la Digos.

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