Cronaca locale

"Due scenari possibili": cosa può accadere ai Campi Flegrei

O si andrà verso una fine del bradisismo o potrebbe verificarsi un'eruzione (comunque non imminente): sono questi gli scenari previsti per i Campi Flegrei secondo il presidente dell'Ingv

"Due scenari possibili": cosa può accadere ai Campi Flegrei

Ascolta ora: ""Due scenari possibili": cosa può accadere ai Campi Flegrei"

"Due scenari possibili": cosa può accadere ai Campi Flegrei

00:00 / 00:00
100 %
Tabella dei contenuti

Mentre da giorni si susseguono scosse di terremoto, più o meno forti, sui Campi Flegrei, gli esperti si interrogano su quale sarà il futuro a breve e lungo termine dell'area. Sostanzialmente, c'è la possibilità che si verifichino due differenti scenari (uno migliore rispetto all'altro) secondo quanto ha dichiarato Carlo Doglioni, presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) durante un'audizione alla Camera.

I due scenari

"Il migliore è che la crisi di bradisismo, in corso, termini come era accaduto per quella del 1983-84, il peggiore è un'eruzione simile a quella del 1538", ha detto l'esperto. Le scosse, quindi, potrebbero finire così come sono iniziate oppure, nell'ipotesi più nefasta, potrebbero essere il preludio per qualcosa di molto più grosso, in questo caso la fuoriuscita del magma. "È un'evoluzione che non conosciamo e che monitoriamo", ha sottolineato Doglioni, ricordando che lo scenario meno critico è rappresentato da "una situazione analoga alla crisi del 1982-84" la cui crisi bradisismica è durata due anni per poi fermarsi, mentre "al momento lo scenario più critico è un'eruzione come quella del Monte Nuovo" avvenuta nel 1538.

In ogni caso, anche nel Cinqucento l'evento fu nettamente diverso da quanto avvenne ben 39mila anni fa quando furono sprigionati oltre 400 metri cubi di materiale. Nel caso si dovesse verificare un'eruzione, ha aggiunto il presidente dell'Ingv, "non sappiamo né quando né dove, potrebbe avvenire e, per quanto piccola, provocherebbe un disagio sociale". In ogni caso "è impossibile pensare che i Campi Flegrei si spengano perché sono un vulcano attivo".

Dove si trova il magma

Come abbiamo visto sul Giornale.it, nonostante sia giusto e corretto vagliare tutte le possibilità ed essere preparati allo scenario peggiore, al momento non ci sono segnali che il magma possa fuoriuscire a breve perché tutti gli stumenti con cui vengono monitorati h24 i Campi Flegrei escludono questa possibilità. Il condotto lavico è, attualmente, ben ricoperto dalle rocce e renderebbe "meno improvvisa un’eventuale eruzione. Avremmo probabilmente qualche giorno per dare l’allarme", ha spiegato nelle scorse ore Giovanni Macedonio, geofisico dell’Osservatorio Vesuviano dell'Ingv.

La conferma arriva anche dal prof. Doglioni che in Aula alla Camera ha affermato che "per quanto ne sappiamo il magma è ad una profondità di oltre 5-6 chilometri quindi distante dalla superficie anche se, nel caso dovesse trovare vie di fuga per una risalita, i tempi sarebbero estremamente rapidi, nell'ordine delle ore". Come si può osservare, comunque, tra gli stessi addetti ai lavori ci sono ovvi margini di incertezze e discrepanze dovuti al fenomeno che, per quanto si conosca, non dà punti di riferimento certi. Nei prossimi giorni si capirà quale sarà il trend: dovessero continuare le scosse di terremoto si potrebbe assistere, in alcune località vicine ai Campi Flegrei a "piccole esplosioni freatiche che non sono eruzioni di magma ma è acqua che in questo stadio super critico può dare delle esplosioni. Quindi, considerato che negli ultimi mesi la sismicità non ha fatto altro che aumentare - sia in termini di numero di eventi, in questo momento non vediamo la fine", conclude Doglioni.

"Nessun motivo per sgomberare città"

Nel frattempo, il sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni, rassicura la popolazione dopo la scossa di magnitudo 4.2 registrata ieri e le varie scosse che si susseguono da giorni. "Non c'è alcun motivo per pensare di sgomberare la città - afferma il sindaco - l'attuazione del piano di evacuazione è prevista solo in caso di rischio vulcanico, che al momento non esiste. Il bradisismo è cosa ben diversa: il suolo si sta sollevando, e questo causa le scosse, che in questa fase sono più frequenti e di magnitudo maggiore rispetto all'inizio della crisi nel 2005".

In questo momento in cui sull'area c'è una paura palpabile, il primo cittadino ha chiesto alle persone "di mantenere la calma e di affidarsi solo ed esclusivamente alle fonti ufficiali: il Comune di Pozzuoli, la Protezione Civile e l'Osservatorio Vesuviano, gli unici soggetti in possesso delle informazioni corrette e aggiornate in tempo reale", conclude Manzoni.

Commenti