Cronaca locale

Era innocente, viene assolta dopo sei anni. "Ho perso tutto"

Una libera professionista di Perugia è stata assolta dall'accusa di esercizio abusivo della professione di commercialista, dopo un iter giudiziario durato sei anni. Nel frattempo ha però perso tutti i clienti, la sua attività è fallita e ha dovuto cedere lo studio appena acquistato

Era innocente, viene assolta dopo sei anni. "Ho perso tutto"

Ascolta ora: "Era innocente, viene assolta dopo sei anni. "Ho perso tutto""

Era innocente, viene assolta dopo sei anni. "Ho perso tutto"

00:00 / 00:00
100 %

Era stata accusata di svolgere la professione di commercialista senza esserne abilitata ed era per questo finita a processo. L'iter giudiziario si è chiuso proprio nelle scorse ore, a sei anni di distanza dai fatti: è stata assolta, ma nel frattempo ha dovuto chiudere la propria attività (dopo aver perso tutti i clienti) e rinunciare all'immobile che aveva appena acquistato. Protagonista della disavventura giudiziaria è una libera professionista di Perugia, per una storia che risale al 2017. Stando a quanto riportato dal sito PerugiaToday, la donna gestiva allora nel capoluogo dell'Umbria (con regolare autorizzazione della questura) un’agenzia d'affari per il disbrigo di pratiche amministrative per conto terzi ed elaborazione di dati contabili. Pratiche che non contemplavano la redazione di documenti per gli adempimenti fiscali e previdenziali, pur avendo accesso ai portali Inps e Inail per attività di lavoro e consulenza.

Una segnalazione arrivata all'Ispettorato del lavoro (probabilmente da parte di un cliente non intenzionato a pagare per la consulenza fiscale, stando a quanto ricostruito) ha fatto sì che alla donna venisse contestato lo svolgimento di mansioni di competenza di un commercialista (come la preparazione delle buste paga, la dichiarazione dei redditi e la contabilità) senza averne però l'abilitazione. E un controllo successivamente effettuato dagli ispettori, dal quale sarebbero emerse quelle che sembravano prove certe circa la colpevolezza della professionista, è stato alla base del successivo rinvio a giudizio per esercizio abusivo della professione.

Sulla base dei riscontri emersi solo in un secondo momento però, a trarre in inganno l'accusa fu con tutta probabilità la presenza nello studio del fratello della donna, lui sì commercialista regolarmente iscritto all'Ordine ed abilitato ad esercitare. L'uomo ha condiviso il medesimo ufficio con la sorella per diverso tempo preparando, come prevede la legge, i documenti fiscali e previdenziali che poi venivano inviati ai rispettivi enti.

E non ci sarebbe mai stata alcuna sovrapposizione fra le due mansioni, visto che pur condividendo lo spazio i due professionisti si occupavano esclusivamente degli ambiti di loro competenza. Ecco perché, al termine dell'udienza tenutasi nelle scorse ore presso il tribunale di Perugia, la donna è stata assolta. Se il verdetto ha confermato l'estraneità dell'imputata alle accuse che le sono state rivolte, è anche vero che l'assoluzione è arrivata ad oltre un lustro dall'episodio contestatole. Un lasso di tempo troppo ampio per scongiurare ripercussioni indirette sul suo lavoro, a causa del margine di incertezza e dalla conseguente necessità di doversi difendere in sede penale: la donna ha infatti ricordato come nel frattempo abbia perso tutti i clienti, sia stata costretta a dichiarare fallimento e a cedere l'ufficio all'epoca appena acquistato. È stata quindi assolta, dicevamo.

Adesso però dovrà ripartire da zero, a causa di un'accusa rivelatasi infondata.

Commenti