Cronaca locale

"Era verde...". La versione fornita da Ciro Immobile agli agenti

Il calciatore della Lazio è stato nuovamente ascoltato dagli agenti ai quali ha ribadito la sua non colpevolezza per l'incidente stradale contro il tram del 16 aprile

"Era verde...". La versione fornita da Ciro Immobile agli agenti
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A distanza di quasi due settimane dall'incidente che ha coinvolto Ciro Immobile e le due figlie nello scontro avvenuto con il tram dell'Atac nella mattina di domenica 16 aprile, non è cambiata la versione del calciatore che nelle ultime ore è stato nuovamente ascoltato dai vigili urbani del gruppo Prati che lo hanno convocato per fare maggiore chiarezza e capire se ci fossero elementi nuovi con i quali ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente.

Le parole di Immobile

"Il semaforo era verde e non mi sono distratto, altrimenti non sarei riuscito a sterzare frenando immediatamente", ha raccontato agli agenti in presenza del suo avvocato, Erdis Doraci, come scrive il Corriere. Nulla di nuovo, quindi, circa il violentissimo impatto tra i due mezzi sul Ponte Matteotti che mette in collegamento i quartieri Prati e Flaminio in una delle zone centrali Capitale. L'incontro con gli agenti avvenuto ieri, giovedì 27 aprile, sarebbe durato una decina di minuti. Rimangono, quindi, le differenze di vedute con l'autista del mezzo pubblico il quale ha sempre affermato di aver attraversato l'incrocio con il semaforo verde ribadendolo anche nei giorni scorsi.

Le perizie su telefonini e veicoli

Come abbiamo visto sul Giornale.it, per venire a capo della vicenda gli agenti hanno chiesto al calciatore e al tranviere di poter fare i dovuti accertamenti sui loro telefoni cellulari per scoprire se qualcuno fosse, eventualmente, distratto alla guida nel momento dell'impatto. In ogni caso, è già iniziata anche la perizia sui due veicoli così da poter comprendere le rispettive velocità nel momento dell'impatto, altro aspetto sul quale persistono molti dubbi.

Il problema dei testimoni

Un altro dei tanti problemi della vicenda è stata l'assenza di una telecamera attiva che avrebbe fugato ogni dubbio ma l'unica presente in zona era spenta: ecco perché sono state importanti le dichiarazioni dei testimoni presenti nel momento dell'incidente ma anche in questo caso la fortuna non è stata dalla parte della chiarezza. Infatti, tre di loro sono risultati inattendibili al punto da aver fornito tre versioni fotocopia rischiando addirittura la falsa testimonianza e risultando, pertanto, inattendibili agli occhi degli agenti. Non è chiaro se gli stessi saranno nuovamente ascoltati nei prossimi giorni o se si farà ricorso a nuovi testimoni.

Nel frattempo, come ha dichiarato a Repubblica, l'avvocato Erdis Doraci auspica che il caso possa chiudersi quanto prima.

"Le autorità hanno sentito tutte le parti, mi auguro che adesso la faccenda possa definirsi e riassumersi per quello che è, una questione da risolvere per fini assicurativi".

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