Cronaca locale

L'associazione degli inquilini sfrattati finisce sotto sfratto

L'Unione inquilini di Pisa, l'associazione nata per tutelare i residenti sfrattati, è a sua volta finita sotto sfratto

Un incontro degli attivisti davanti alla sede dell'Unione degli inquilini
Un incontro degli attivisti davanti alla sede dell'Unione degli inquilini

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L'associazione degli inquilini sfrattati finisce sotto sfratto

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L'associazione nata quasi mezzo secolo fa con l'obiettivo di tutelare i residenti in procinto di essere sfrattati è a sua volta finita...sotto sfratto. Il motivo? Utilizzava da un biennio, senza averne teoricamente più diritto, l'immobile che dal 2019 non apparteneva più al Comune di Pisa. Sembra una gag tratta da qualche film comico, invece è successo davvero a Pisa: nelle scorse ore, l'Unione inquilini di Pisa ha ufficialmente ricevuto dal Demanio l'invito a lasciare entro venticinque giorni la sede di via del Cuore: in caso contrario, si procederà all'ordinanza per il rilascio coattivo. Un provvedimento che sembra aver colto di sorpresa i vertici dell'associazione, alcuni dei quali hanno peraltro appoggiato la candidatura del candidato di sinistra Francesco Auletta alle imminenti elezioni comunali. Le ragioni dello sfratto annunciato appaiono però più che mai solide e tutt'altro che improvvisate.

Stando a quanto riportato dal sito PisaToday, il documento di avvio della procedura dice che l'Unione inquilini sta da tempo usufruendo dell'edificio "senza titolo, avendo lo Stato acquistato nel settembre 2019 dal Comune di Pisa, con atto di permuta, l'intero immobile". Il contratto d'affitto, sottoscritto con il Comune di Pisa nel lontano 2003, era stato rinnovato anche dopo il cambio di proprietà, perlomeno in un primo momento. Quello spazio, nelle intenzioni del Demanio, deve essere utilizzato per l'ampliamento dei locali della procura della Repubblica: a quanto sembra, gli attivisti dell'associazione avrebbero dovuto in teoria abbandonare l'immobile già alla fine del 2021, per quanto sino alla fine di quell'anno avrebbero comunque continuato a corrispondere il canone di locazione. Secondo gli accordi doveva trattarsi di una soluzione temporanea in vista di un trasferimento definitivo, sulla carta. Invece i rappresentanti dell'Unione inquilini sarebbero rimasti ad oltranza nella sede nella quale si trovava l'associazione da oltre un ventennio, in attesa di proposte risolutive alternative.

E non contenti, proprio pochi giorni fa hanno chiesto un ulteriore periodo di proroga, in modo da trattare l'argomento con l'amministrazione che si insedierà nella città toscana a seguito della tornata elettorale. L'ultima curiosità di questa storia surreale? Solo il mese scorso, l'Unione inquilini aveva posto l'accento sulla "questione affitti", ricordando alla stampa locale come sul territorio pisano fossero presenti almeno 3mila alloggi non ancora affittati. E anche alla luce di questa denuncia, la storia assume i tratti di un vero e proprio paradosso: l'Unione inquilini sta di fatto utilizzando spazi che non potrebbe più utilizzare, in termini legali.

E dopo aver assistito gli abitanti sotto sfratto, sarà l'associazione ad aver bisogno degli stessi servizi che offre.

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