Cronaca locale

L'ideona di Gualtieri: case occupate? Le compra il Comune

Il numero di edifici da acquisire è aumentato dopo le rimostranze di alcuni leader dei movimenti del "diritto all'abitare"

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Il "Piano casa" approvato dalla giunta Gualtieri a Roma si arricchisce di una nuova lunga serie di edifici occupati per i quali, entro il 2026, potrebbero aprirsi dei progetti di recupero: lo stesso genere di interventi, quindi, già previsto dal Comune per i centri sociali "Maam" e "Spin Time" che, come confermato ieri, saranno acquistati e quindi destinati "a uso abitativo".

Centri sociali

Per quanto concerne il "Maam" è ancora in corso un tavolo tecnico in Prefettura, ma il Campidoglio ha già provveduto ad aprire il portafoglio: "Sono stati pagati 33 milioni alla proprietà per il risarcimento", ha rivelato Tobia Zevi, come riportato da Il Messaggero. Niente di nuovo sul fronte "Spin Time": "Non ci sono stati contatti con la proprietà. Ma attuiamo il principio per cui, nella valutazione delle priorità, ci sono l'anzianità dell'occupazione e la proprietà dell'edificio", ha precisato ancora l'assessore al Patrimonio e alle Politiche Abitative di Roma.

Entrambi gli edifici saranno inoltre sottoposti, stando a quanto previsto per il nuovo "Piano casa", a uno studio di fattibilità dei "progetti di recupero" durante il 2023. Senza dimenticare la situazione in cui versa l'ex caserma di via del Porto Fluviale, occupata dal lontano 2003, che il Comune ha intenzione di ristrutturare, utilizzando dei fondi comunitari, per poi restituirla nuovamente agli abusivi.

La scandalosa chat

Evidentemente a qualcuno non sono risultati sufficienti i sopra citati edifici. Questo emerge con chiarezza dalla oramai celebre chat a cui, oltre all'assessore Zevi, partecipavano il presidente della commissione casa Yuri Trombetti, rappresentanti sindacali e alcuni leader dei movimenti del "diritto all'abitare", tra i quali Luca Fagiano.

Quest'ultimo si lamentava con l'assessore per la scarsa consistenza del piano. "Non basta fare operazioni isolate, serve un piano, mane parliamo sempre di persona", scriveva Fagiano il 3 febbraio scorso."Infatti nel piano via Bibulo va messo", concordava Trombetti, con riferimento presumibile allo stabile di via Lucio Calpurnio Bibulo 13, tra gli edifici occupati che la Prefettura intendeva sgomberare. Ma a Fagiano, evidentemente, non bastava neppure questo. "Anche tanti altri palazzi. Tante proprietà pubbliche e degli enti", scriveva ancora.

In data 1 marzo Zevi condivide in chat col gruppo la bozza del "Piano casa", scontentando Fagiano. "Così non va proprio", protestava l'attivista chiedendo una modifica della misura prima dell'approvazione in giunta. Ebbene in quella lista, datata 26 febbraio, non risultava l'edificio di via Bilubo, che invece ricompare magicamente nell'elenco del nuovo "Piano casa" approvato ieri.

Nella nuova lunga lista di edifici pubblici/privati da inserire in "progetti di recupero", oltre la serie di palazzi occupati già finiti nel mirino della Prefettura per lo sgombero, anche altri 24 stabili fino ad ora mai menzionati.

Emergenza abitativa

Lo stesso elenco, grossomodo, si ripete nella parte destinata alle "situazioni di emergenza abitativa", alle quali applicare in caso di necessità la "quota di riserva", cioè una percentuale di case popolari da assegnare a casi di "fragilità".

Nel Comune di Roma, stima l'assessore, sono 150mila le persone in emergenza abitativa. "Abbiamo stimato 40mila persone in graduatoria, circa un quarto di queste in emergenza, 15-17mila nelle occupazioni e 15mila sotto sfratto, 45mila beneficiari del contributo affitto, 5mila nei campi rom, 3mila nei residence, 10mila senza fissa dimora", specifica Zevi: l'obiettivo della giunta è quello di rispondere alle esigenze di questi cittadini, partendo dalle famiglie inserite in graduatoria. La Giunta intende soddisfare "entro il 2026 i bisogni abitativi dei circa tremila nuclei in graduatoria che si trovano in situazione di maggiore fragilità".

Al "Piano casa" manca il passaggio conclusivo in Assemblea, anche se, dopo la conferenza stampa di presentazione, l'Unione inquilini ha manifestato qualche perplessità:"Senza certezza di finanziamenti e risorse pluriennali, ad oggi non previste", la misura "rappresenta una grande tela bianca con una bella cornice".

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