Cronaca locale

"Macché genocidio. Basta estremismi". A Milano si dimette il presidente Anpi. Sinistra spiazzata

La guida dei partigiani lombardi: «Israele non sta sterminando un popolo, non posso partecipare alla marcia del 9»

"Macché genocidio. Basta estremismi". A Milano si dimette il presidente Anpi. Sinistra spiazzata

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Milano «È una questione di coerenza e di coscienza». Non è tipo che svende le sue idee per un incarico Roberto Cenati, questo a Milano lo sanno tutti. Ed è nel segno della coerenza, e del rigore, che ieri ha deciso di lasciare la presidenza dell’Anpi provinciale più importante d’Italia, che guidava da 13 anni. «Emarginato? Sì, c’erano state discussioni, poi ho visto quel comunicato sul 9 marzo con la Cgil, con quella parola d’ordine, e ho pensato che non potevo restare». La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’uso della parola «genocidio» riferita alla guerra in corso a Gaza, ma gli ultimi tempi sono stati un rosario di distinguo, con l’Anpi nazionale lanciata su una deriva populista, e il presidente milanese a tenere su posizioni di equilibrio, di saggezza, di responsabilità; su tutto, sul terrorismo come sulla cancel culture - tanto che condannò anche l’imbrattamento della statua di Montanelli - sulle foibe come sulla guerra di Putin. «Sono stato e resto al fianco della resistenza ucraina spiega ancora - il pacifismo è un grande movimento ma la Liberazione è stata lotta per pace, guerra contro il nazifascismo. Io dico sì alla pace ma a una pace giusta» ribadisce.

Pensieri e parole molto distanti da quelle in voga ultimamente a sinistra. «Non mi piacciono gli estremismi spiega Cenati al Giornale non mi piacciono le posizioni rigidamente ideologiche».

E di fronte al massimalismo montante a sinistra e dilagante a tutti i livelli dentro l’Anpi nazionale guidata dal cossuttiano Gianfranco Pagliarulo, ieri Cenati ha scelto un gesto di libertà, che non sa di resa: «È una mia decisione - racconta -. Non sto nel coro di coloro che più usano parole forti più hanno successo. Mi dispiace ma non ci sto, lascio con grande sofferenza, ma non me la sento di guidare 4. un’associazione così sbilanciata . su questo tema».

L’ultimo dissidio è sul Medioriente. «Non sono d’accordo sulla linea dell’Anpi nazionale che il 9 marzo farà una manifestazione con la Cgil - racconta - “genocidio” è diventato una parola di moda, ma va trattata con cura. La usano estrapolandola dall’istruttoria della corte dell’Aia, che non ha neanche emesso una sentenza. È un termine delicatissimo, coniato da un ebreo polacco scampato alla Shoah, che riuscì a farlo passare all’Onu, e significa sterminare un altro popolo dalla prima all’ultima persona. Allora, il 7 ottobre abbiamo visto un pogrom, l’attacco barbaro di Hamas che ha massacrato i civili con atrocità e nefandezze, la reazione d’Israele è stata sì rabbiosa, un bagno di sangue, anche per i tunnel costruiti sotto scuole e ospedali di Gaza, però l’obiettivo di Israele è colpire Hamas, che vuole la distruzione dello Stato ebraico, è contrario alla soluzione “due popoli e due Stati” e vuole la caccia agli ebrei». «Parlare di genocidio è profondamente sbagliato, non c’è nelle intenzioni di Israele lo sterminio di un popolo. Non è questione di forma ma di linea».

È questione di coerenza. «Non posso dire che sono contrario e poi partecipare» spiega. All’ennesimo corteo di Milano, ieri Cenati è stato insolentito dai soliti militanti dei soliti centri sociali, ma a sinistra qualcuno già lo rimpiange. «Le sue dimissioni sono una grande perdita, in un momento di grande delicatezza politica - dice Lele Fiano del Pd - Roberto ha rappresentato spesso il punto di equilibrio della comunità antifascista milanese».
Non è un caso che al corteo del 25 aprile di Milano, a differenza di quanto accade a Roma, abbia sempre partecipato a pieno titolo anche la Brigata ebraica. «Con le sue dimissioni perdiamo una garanzia di credibilità ed equilibrio per tutti» commenta il direttore del Museo della Brigata ebraica Davide Romano, che lo ringrazia per la «serietà e il cuore che ci ha messo». E di serietà parla anche un esponente della sinistra Pd Pierfrancesco Majorino.

«Si dimette un faro nella difesa dell’antifascismo» ammette il consigliere regionale Pd Pietro Bussolati.

«Tira davvero una brutta aria dentro l’Anpi di Milano» commenta amareggiato il consigliere comunale ed ex vicepresidente della Comunità ebraica cittadina, Daniele Nahum.

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