Cronaca locale

"Togliete quel murale". La sentenza sulla dedica al baby rapinatore

È iniziata l'udienza preliminare che vede imputato il carabiniere che sparò al baby rapinatore, uccidendolo. Intanto il Consiglio di Stato ha deciso la rimozione del dipinto che raffigura la vittima nei Quartieri Spagnoli

"Togliete quel murale". La sentenza sulla dedica al baby rapinatore

La strada verso la sentenza per l'omicidio di Ugo Russo è ancora decisamente lunga. Il processo che si sta tenendo a Napoli dovrà infatti cercare di fare luce sulla morte di un ragazzino di 15 anni ucciso in zona Santa Lucia a Napoli la notte del primo marzo 2020 mentre con una pistola-replica provava a rapinare un orologio di valore a un carabiniere fuori servizio, il quale aveva reagito sparando almeno quattro colpi. Nel frattempo il murale a lui dedicato, che sorge in piazza Parrocchiella ai Quartieri Spagnoli, è abusivo e deve essere rimosso: così ha stabilito recentemente il Consiglio di Stato. Si tratta di una gigantografia di 36 metri quadrati dell’artista Leticia Mandragora, commissionata da un comitato locale, che ora verrà cancellata.

La protesta davanti al Tribunale

Nella giornata di ieri è stata celebrata la prima udienza preliminare relativa all'uccisione di Ugo Russo. Il carabiniere Christian Brescia è accusato di omicidio volontario aggravato, un reato ostativo a un'eventuale richiesta di rito abbreviato, che prevede in caso di rinvio a giudizio un processo in Corte d'assise. Su di lui pende il sospetto di avere sparato al ragazzino mentre era già in fuga ed era stato ferito da un primo colpo al braccio. Il Gup di Napoli, Tommaso Perrella, ha rinviato il tutto al 9 marzo per ascoltare in videoconferenza il perito balistico del Tribunale e confrontare le sue risultanze con quelle di una controperizia dei consulenti degli avvocati del carabiniere. I genitori di Ugo Russo e il fratello si sono costituiti parte civile. In mattinata, davanti all'ingresso di piazza Cenni del Tribunale, si sono radunati una quarantina di attivisti del comitato Verità e Giustizia per Ugo Russo. Hanno esposto qualche foto del ragazzo e uno striscione. Una protesta composta, resa ancora più amara dalla notizia della sentenza del Consiglio di Stato, che rende definitiva l’ordinanza di rimozione del murale di Ugo Russo.

Il commento del padre di Ugo Russo

"Le sentenze si rispettano, rispetteremo anche questa anche se è un'ingiustizia – ha commentato Vincenzo Russo, il padre di Ugo –. Ma non resteremo zitti e con le mani in mano quando verranno a coprirlo, riempiremo Napoli di striscioni". L'uomo ha partecipato per qualche minuto al sit-in del comitato prima di salire nell'aula 213: "Qualcuno ha voluto che Ugo morisse quella sera, perché è stato inseguito e ammazzato. Il carabiniere? Non sta a me giudicare, rispetteremo le sentenze". L'uomo è consapevole delle colpe del figlio. "Stava sbagliando quella sera, l'abbiamo sempre ammesso, però avete letto gli atti della Procura e gli atti parlano.

La mia verità? Stava scappando, sarebbe stato arrestato, sarebbe finito in un carcere minorile e avrebbe pagato per quello che stava facendo".

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