Cronaca nera

"Uccisa dopo un tentativo di stupro". E una telefonata inguaia lo straniero

La procura di Modena ha chiuso le indagini preliminari legate alla morte di Alice Neri. Secondo gli inquirenti, il suo assassino tentò di stuprarla, prima di ucciderla a coltellate e di dare il cadavere alla fiamme. L'unico indiziato resta il tunisino Mohamed Gaaloul, anche alla luce di una telefonata intercettata

"Alice Neri uccisa dopo un tentativo di stupro". E una telefonata inguaia lo straniero

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La trentaduenne Alice Neri sarebbe stata uccisa con un'arma bianca, dopo essersi difesa strenuamente da un tentativo di stupro. E il principale nonché unico sospettato per quel che riguarda il delitto resta il trentenne tunisino Mohamed Gaaloul: ne verrà chiesto il rinvio a giudizio in primis per omicidio volontario aggravato dalla violenza sessuale e dalla distruzione di cadavere.

Questi, stando a quanto riportato dal quotidiano Il Resto del Carlino, gli ultimi sviluppi legati all'indagine sulla morte della giovane madre di famiglia. Anzi, si tratta degli sviluppi definitivi (perlomeno in questa fase) in quanto la procura di Modena ha notificato nelle scorse ore all'indagato l'avviso di chiusura delle indagini preliminari. Il cadavere di Alice Neri, carbonizzato, venne ritrovato nelle campagne modenesi lo scorso novembre, all'interno dell'autovettura sulla quale si era appena allontanata da un locale di Fossa di Concordia.

Secondo gli inquirenti, quella sera la vittima incontrò Gaaloul, il quale confermò successivamente di aver accettato un passaggio da una "donna bionda". E quel che accadde da lì in poi non è ancora stato ricostruito con assoluta certezza, al netto delle prove poi rinvenute. Si sa che il tunisino lasciò l'Italia subito dopo il dramma, per un'azione probabilmente letta da chi indaga come una sorta di un'ammissione di colpevolezza.

E proprio a seguito delle recenti archiviazioni delle posizioni di Nicholas Negrini e Marco Cuccui (rispettivamente marito e amico della defunta) il cerchio sembra stringersi ulteriormente attorno al cittadino straniero: sulla base degli accertamenti svolti nel frattempo, Gaaloul sarebbe stato l'ultimo ad aver visto Alice viva, quella notte. Secondo le ultime ricostruzioni poi, i due si sarebbero fermati nei pressi di un argine e l'uomo avrebbe tentato anche di violentarla, strappandole il reggiseno.

La vittima avrebbe opposto resistenza e sarebbe stata uccisa a coltellate, prima che il suo corpo venisse dato alle fiamme e nascosto nel bagagliaio della vettura. Una ricostruzione che la difesa ha contestato: al netto del coltello mai ritrovato, l'avvocato difensore ha fatto presente come sul reggiseno della defunta non sia stato trovato il dna di Gaaloul.

Un'altra potenziale prova a favore dell'accusa sembrerebbe però provenire dalle intercettazioni telefoniche, secondo quanto riportato stamattina da La Gazzetta di Modena: nel mirino degli investigatori è finita in particolare una telefonata di Gaaloul alla moglie, risalente allo scorso 8 dicembre.

La polizia tedesca aveva appena cercato di arrestarlo e nella conversazione in questione, l'uomo aveva a quanto pare invitato la consorte a cancellare tutte le chat presenti nella memoria del suo cellulare. Non è tutto, perché (sempre secondo la stampa modenese) la procura potrebbe contestargli anche lo spaccio di sostanze stupefacenti e una tentata estorsione ai danni di una conoscente di Alice.

A breve, insomma, dovrebbero esserci novità.

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