Cronaca nera

"Assenza fisica e relazionale. Non si vive per inerzia": l'autodifesa choc di Parolisi

Salvatore Parolisi, in permesso premio, ha rilasciato un'intervista che ha suscitato le perplessità della famiglia di Melania Rea, per il cui omicidio l'ex militare è stato condannato

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È stata un’intervista choc quella rilasciata da Salvatore Parolisi a “Chi l’ha visto?”. L’uomo, condannato in tre gradi di giudizio per l’omicidio della moglie Melania Rea, avvenuto nel 2011, era in permesso premio e così ha incontrato la giornalista Raffaella Grigi. Durante il loro dialogo se l’è presa anche con la trasmissione di Rai 3: “‘Chi l’ha visto?’ mi ha usato. Sono stufo di tutti quanti. Per me non siete mai stati leali. Siete stati dei vigliacchi. Io sono un pezzo di mer… ma voi siete stati dei vigliacchi”.

Parolisi si è sempre professato innocente e con le sue dichiarazioni ha smentito ancora una volta i testimoni, affermando che non avrebbe mai lasciato la moglie, che tuttavia tradiva al tempo dell’omicidio, tra l’altro con una sua allieva, Ludovica, verso la quale ha usato queste parole: “Ma che me ne frega a me di questa Ludovica? Sai quante palle che le ho raccontato?”.

L’ex militare ha affermato di aver “rigato dritto” nel suo primo anno di stanza ad Ascoli, lontano dalla moglie. Ma di averla comunque tradita più volte - tra cui per quattro anni con una donna francese - lamentando una presunta assenza fisica e relazionale di Rea. “Non si vive per inerzia, no? - ha commentato - La vita è fatta di tanti valori. E anche l’amore ti fa vivere, ti fa andare avanti. Per me il matrimonio era la realizzazione di un sogno. E poi? Qual è stata la verità? Se ne andava, non veniva, ogni tanto venivano loro (i genitori di Rea, ndr), non potevo nemmeno stare con mia moglie a letto. La mamma che ogni tanto si è addormentata con lei. Poi è uscita incinta”. Infine ha fatto un gesto con la mano alla telecamera, come a dire “tanti saluti”.

In studio la conduttrice Federica Sciarelli ha introdotto il punto di vista della trasmissione. “Noi non siamo per la fine pena mai - ha chiarito - perché si paga il proprio conto con la giustizia quando qualcuno ha sbagliato ed è stato condannato. Certo fa un po’ impressione in permesso premio Salvatore Parolisi”.

Con lei l’avvocato dell’uomo Antonio Cozza, che aveva consigliato a Parolisi di stare lontano dalle telecamere. Il legale ha spiegato cosa prevede, in merito ai permessi premio, l’ordinamento giuridico italiano, che è tra l’altro basato sulla riabilitazione del detenuto. Per ottenere quel permesso, Parolisi ha ricevuto una valutazione di un’equipe, che poi è stata sottoposta al magistrato di sorveglianza, che ha deciso in tal senso.

Parolisi ha parlato anche del permesso. “Sai da quando potevo uscire io? - ha chiesto alla giornalista - Da 4 anni. Me l’hanno fatta cac… fino all’ultimo. Mi hanno dato l’aria. Dodici ore di permesso di mer… mi hanno dato, questo mi hanno dato”. Ha spiegato che, se tra quattro anni troverà un lavoro, potrà uscire dal carcere, ma al momento nessuno lo vuole assumere, tutti conoscono il suo nome.

In collegamento telefonico il fratello di Melania, Michele Rea, che ha criticato il modo in cui Parolisi si è espresso sulle donne: “Mi vergogno di essere uomo, dice tante di quelle inesattezze. Che Melania era legata alla mamma… tutte le figlie lo sono. Ma certo mia mamma non dormiva nel letto con Melania, rispettava la loro privacy. Dice che l’amava… non l’ha mai amata Melania”. E ancora: “Uno che parla dopo anni in questi termini non è recuperabile. La vita di una persona, di una mamma, quanto vale? Niente”.

In un post-sfogo su Facebook gli ha fatto eco lo zio Gennaro Rea, molto affezionato alla nipote uccisa da decine di coltellate. “Spero - ha scritto l’uomo - che il magistrato di sorveglianza dopo questa intervista ritorni sui suoi passi e annulli tutti i suoi permessi. Si è presentato come un arrogante, parlando della donna in genere come un qualcosa da usare a suo piacimento e poi buttare via. Ha continuato a dire bugie anche stasera come è suo costume. Io invece al contrario della Sciarelli sono, per questi delitti, per una pena di fine mai, cioè lasciarli in carcere a riflettere su quello che hanno combinato. Mi fermo qui, sono rimasto disgustato da un personaggio (non riesco neanche a pronunciare il suo cognome) che ha di nuovo uccisa Melania con il suo atteggiamento, anche se avrei tante altre cose da dire su di lui, io i suoi processi li ho seguiti tutti e posso dire che è lui il colpevole dell’omicidio di Melania. Lui respira ancora, Melania no.

Gli ha negato di assaporare l’amore di una mamma per sua figlia, gli ha negato di vivere”.

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