Cronaca nera

"Mi hanno chiesto di restare in Italia". Su Denise si riapre la pista rom

È stato disposto l'esame del Dna su una donna bosniaca di etnia rom: si continua a cercare Denise Pipitone percorrendo un'ipotesi tra le più probabili

"Mi hanno chiesto di restare in Italia". Su Denise si riapre la pista rom
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Potrebbero esserci novità nel caso della scomparsa, o meglio del rapimento, di Denise Pipitone. Ritorna in auge la cosiddetta “pista rom”, che in realtà corrisponderebbe a una delle ipotesi più realistiche sul caso: che la bambina sparita a Mazara del Vallo l’1 settembre 2004 abbia subito un “passaggio di mano”, ovvero che sia stata consegnata a qualcuno, forse una famiglia di etnia rom, dato che il campo di Mazara fu smantellato proprio a ridosso di quella data.

L’ipotesi riaccenderebbe i fari sui video realizzati dalla guardia giurata Felice Grieco a Milano a ottobre 2004: l’uomo ha ripreso una bambina che parlava perfettamente italiano, molto somigliante a Denise, all’interno di un presunto gruppo rom o sinti. E a questo si devono aggiungere le segnalazioni giunte nell’hinterland lombardo e le intercettazioni che non sono mai state accuratamente tradotte.

Il racconto di Denisa

Quarto Grado ha lanciato un’esclusiva: sarebbe stato stato chiesto l’esame del Dna a una donna che da 5 anni circa vive a Roma. La donna si chiama Denisa, afferma che il giorno di nascita corrisponda a quello di Denise Pipitone (ma in realtà il certificato della donna riporta come data di nascita settembre 2002, mentre la bimba era nata a ottobre 2000), e di essere stata in Italia quando aveva 3 anni, ma non ha ricordi nitidi. Denisa ha nazionalità bosniaca e ha vissuto in un una famiglia di etnia rom: la madre è ancora in Bosnia ma non avrebbe mai conosciuto il padre.

Stando al suo racconto, le è stato prelevato un tampone salivare in una caserma dei carabinieri “Mi hanno detto di restare a Roma”, ha aggiunto. E le hanno anche mostrato una foto di Piero Pulizzi, il papà di Denise, chiedendole se conoscesse quell’uomo. Denisa però non ha spiegato alle forze dell'ordine di non sapere chi fosse.

La reazione di Piera Maggio

Al momento questo è tutto quello che si sa. Non si sa se ci sia stata una segnalazione, se sia stato aperto un fascicolo da una procura. Neppure la famiglia di Denise ne era al corrente.

Pulizzi e Piera Maggio, madre di Denise, l’hanno rimarcato in un aggiornamento su Facebook: “Siamo stati informati questa sera per mezzo dei vari messaggi che ci sono pervenuti. Non eravamo a conoscenza di nulla. Rimaniamo in attesa di eventuali notizie concrete, sempre con i piedi a terra. Non possiamo permetterci illusioni dolorose”.

In questi ultimi anni il caso di Denise sembrava essere giunto a una svolta, attraverso una nuova indagine e per via di una giovane russa che cercava la sua famiglia d’origine. Purtroppo però quella svolta non c’è stata.

Ci sono ancora speranze tuttavia per l’istituzione di una commissione parlamentare sul caso.

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