Cronaca nera

Omicidio caporale Pipitone, parla una testimone: "Lite per un parcheggio"

Una donna ha parlato con agli agenti della Squadra mobile, rivelando alcuni dettagli di quella terribile notte. L'aggressore si sarebbe scagliato contro il militare per un parcheggio

Omicidio caporale Pipitone, parla una testimone: "Lite per un parcheggio"

Stanno emergendo sempre più dettagli circa la brutale aggressione che ha portato alla morte del caporal maggiore Salvatore Danilo Lucente Pipitone, deceduto la scorsa domenica al policlinico Umberto I di Roma.

Secondo quanto riportato da Repubblica, una testimone ha parlato con gli agenti della Squadra mobile, attualmente sulle tracce del 33enne tunisino Mohamed Abidi, ritenuto il possibile responsabile.

Una lite per un parcheggio

Stando alla versione fornita agli inquirenti dalla testimone, una donna che si prostituisce in quella zona, l'aggressione sarebbe stata la conseguenza di una lite scoppiata per un parcheggio.

Nella notte fra venerdì 10 e sabato 11 febbraio, Pipitone ha posteggiato la propria auto, una Fiat Panda, in via dei Sesami, a Centocelle, e per tale ragione sarebbe stato apostrofato dal suo aggressore. Questi avrebbe intimato al caporale di spostarsi dal luogo in cui si era fermato per lasciargli il posto. "Che cavolo vuoi?", avrebbe risposto Pipitone.

Da qui l'aggressione, tramutatasi presto in un autentico massacro. Il tutto, ha confermato la testimone, si è verificato intorno alle 2 di notte. Temendo problemi, lei si sarebbe allontanata subito dalla zona.

Lasciato Pipitone esanime a terra, l'agressore si è poi dato alla fuga, facendo perdere le sue tracce. Secondo gli inquirenti, il responsabile potrebbe essere Abidi Mohamed, irrintracciabile da giorni. Raggiunta dagli investigatori, la compagna del 33enne tunisino ha dichiarato di non avere contatti con lui dallo scorso sabato mattina.

A quanto pare l'uomo è un soggetto noto alle forze dell'ordine. Viene riferito di un fermo per violenza sessuale e rapina nel 2015, reati che lo avevano portato a una reclusione in carcere durata fino al 2018. Poi un breve periodo in Svizzera, appena 5 mesi, prima del ritorno in Italia. La sera dell'aggressione a Salvatore Danilo Lucente Pipitone aveva, stando a quanto dichiarato dalle autorità, aveva preso a noleggio una Smart.

L'aggressione e il decesso

Sarebbe dunque una lite la ragione che ha portato alla barbara aggressione. Nessun tentativo di rapina, ipotesi, fra l'altro, già esclusa dagli inquirenti.

Il militare 44enne è stato trovato in fin di vita all'angolo di via dei Sesami ed è stato trasportato in codice rosso all'ospedale Vannini, dove le sue condizioni sono state subito considerate molto critiche. Poi il trasferimento al policlinico Umberto I.

L'intervento dei medici non è però riuscito a salvargli la vita.

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