Cronaca nera

Scagni risvegliato dal coma, ma non sarà ancora estubato: come sta dopo l'aggressione in carcere

Arrivano notizie circa le condizioni di Alberto Scagni, il 42enne genovese finito dietro le sbarre per l'omicidio della sorella Alice

Scagni risvegliato dal coma, ma non sarà ancora estubato: come sta dopo l'aggressione in carcere

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Scagni risvegliato dal coma, ma non sarà ancora estubato: come sta dopo l'aggressione in carcere

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A distanza di alcune settimane dalla terribile aggressione che lo ha ridotto in fin di vita, arrivano novità sulle condizioni di Alberto Scagni, il 42enne finito in carcere per aver ucciso la sorella Alice nel maggio del 2022. Stando agli ultimi bollettini medici, infatti, l'uomo si è risvegliato dal coma, anche se al momento è presto per poterlo definire completamente fuori pericolo.

Come sta Alberto Scagni

Ricoverato nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Borea di Sanremo a causa di un grave politrauma, Scagni è stato risvegliato oggi dal coma farmacologico che gli era stato indotto a scopo terapeutico dal personale medico.

Dopo 20 giorni di cure, è stato deciso di aprire quella che in gergo viene definita come una "finestra neurologica". Sospesa, dunque, la sedazione che teneva in stato comatoso il 42enne genovese. Si tratta di un passaggio necessario per potere avere un'idea chiara delle condizioni dello stato neurologico attuale e valutare un eventuale distacco dalla ventilazione meccanica.

Stando a quanto riferito dal primario di Rianimazione Gorgie Ardizzone, Scagni è stato in grado di rispondere agli imput più semplici. Il personale medico ha poi provveduto ad effettuare un'ecografia addominale, risultata poi nella norma. Notizie positive, quindi, ma il percorso resta lungo. Al momento, in ogni caso, il 42enne non può essere estubato.

L'aggressione in carcere

Scagni è stato vittima di una violenta aggressione da parte di due compagni di cella magrebini nella notte del 22 novembre. L'uomo è stato sequestrato, torturato e percosso addirittura con le gambe di un tavolo, usate a mo' di mazza.

Sono stati gli agenti della polizia penitenziaria a trarlo in salvo, dopo aver rischiato a loro volta e con estrema fatica, tanto che la vicenda ha sollevato un vero e proprio polverone anche da parte dei sindacati. Ancora una volta, infatti, le associazioni che tutelano gli agenti hanno fatto notare le difficoltà incontrate dagli uomini in divisa sul posto di lavoro.

A seguito del violento pestaggio, di cui ancora non si conoscono le ragioni, Scagni è stato operato due volte per una frattura riportata al naso e una lesione alla laringe. Nei giorni scorsi, anche a causa delle richiese di chiarimento da parte della madre del 42enne, sono stati fatti dei sopralluoghi all'interno della cella del carcere di Valle Armea a Sanremo, dove si è verificata la violenza.

I legali che assistono la famiglia di Scagni hanno inoltre presentato un esposto in cui si chiedono le ragioni per cui l'uomo non si trovasse in isolamento dopo l'aggressione avvenuta settimane prima nella casa circondariale di Marassi.

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