Cronaca nera

"A te ti taglio la gola". Le minacce del marocchino nelle chat con la moglie

Il sabato di Pasqua, Sara si era rivolta ai carabinieri per chiedere aiuto. Nelle chat fra lei e un amico le minacce del magrebino

"Ti taglio la gola". Le minacce del marocchino nelle chat con la moglie

Emergono dettagli sempre più inquietanti sulla tragica fine di Sara Ruschi e della madre di lei, Brunetta Ridolfi, accoltellate a morte da Jawad Hicham, il marito della donna. Pochi giorni prima del massacro, Sara si era presentata dai carabinieri per chiedere aiuto ma, senza il referto di un medico o un segno evidente di violenza nei suoi confronti, non era stato possibile fare nulla.

La chat dell'orrore

I contenuti dei messaggi inviati Jawad Hicham, tuttavia, parlano da soli, e preannunciano la barbarie che è poi stata effettivamente commessa. Chat su Messenger dal contenuto inquietante. Sara si confidava con un amico argentino, e in quelle stesse conversazioni, spiega Il Corriere della Sera, il 38enne magrebino Hicham si inseriva per minacciare la moglie. "A te ti taglio la gola", scriveva l'uomo nei messaggi in comune con l'amico di Sara. E, ancora: "Io non picchio le donne ok".

Messaggi, scambiati via Facebook, che adesso sono in possesso dalla Squadra mobile della polizia, che si sta occupando delle indagini nei confronti del magrebino, già dietro le sbarre per duplice femminicidio. Jawad Hicham ha accoltellato sia la moglie Sara, che la suocera, Brunetta. Entrambe le donne hanno perso la vita.

Sara aveva paura

Non essendo in possesso di referti, e non potendo mostrare dei lividi, Sara non era riuscita a ottenere alcun aiuto. La donna, però, aveva paura di quell'uomo ormai fuori controllo. All'amico argentivo parlava di un rapporto finito, e si riferiva al compagno parlando già di "ex marito". Da tempo stava cercando di allontanarlo da casa, senza successo.

"Non posso semplicemente buttarlo fuori, se lui va alla polizia sono obbligata a farlo entrare in casa", spiegava, come si legge nelle chat mostrate dal Tgr Toscana. "Ma questa è casa mia, non me ne vado solo per far uscire lui".

Tutto questo ha poi portato alla notte dello scorso mercoledì, quando è stato commesso il duplice omicidio all'interno dell'abitazione di Arezzo. Sara Ruschi e Brunetta Ridolfi sono state massacrate a colpi di coltello. Dopo l'ennesima lite, Hicham ha afferrato un coltello da cucina e ha pugnalato prima la suocera, poi la moglie. Brunetta Ridolfi è morta quasi subito, Sara è stata soccorsa dai sanitari del 118, ma ha poi perso la vita in ospedale.

L'omicidio davanti ai figli

Ad assistere all'orrore, i figli della coppia. Come riferisce al Corriere un testimone privilegiato della scena del crimine: "Il figlio sedicenne stava correndo per le scale, con la sorellina di due anni in braccio: 'Salvate mia madre, è ancora viva', ci ha detto".

Il ragazzo ha poi raccontato agli inquirenti che sarebbero stati i lamenti della nonna a svegliarlo. L'adolesce ha inoltre parlato delle violenze commesse dal padre nei confronti della madre.

Al momento Jawad Hicham ha deciso di non rispondere alla domande del gip Giulia Soldini.

La sua posizione si aggrava di ora in ora.

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