Il 2019 e il dovere dell'ottimismo
31 Dicembre 2018 - 14:49Buon domani a tutti voi: il 2019, nonostante tutto, non ci fa paura.
Di recente, in un articolo sull'anno che sta per iniziare, ho ricordato una massima di Albert Einstein, il quale sosteneva che «è meglio essere ottimisti e avere torto che pessimisti e avere ragione» rafforzata da una di Winston Churchill sul fatto che «essere ottimista è vedere opportunità in ogni pericolo». Bene, il nostro Paese, come certificano anche gli ultimissimi accadimenti in politica, è in una situazione di pericolo economico e democratico, il che ci costringe appunto, in ossequio alle suddette teorie, a essere ottimisti. Non solo perché difficilmente qualcuno potrà fare peggio di così ma perché è necessario e urgente trovare forze ed energie per ribaltare la situazione e salvare il salvabile.
Nella sciagura che è stata l'approvazione della manovra economica, il cui iter si è definitivamente chiuso ieri alla Camera, per la prima volta dal voto del 4 marzo si è visto che può esserci vita oltre i Cinquestelle e il loro contratto farsa con la Lega. Uomini e donne dell'opposizione, in particolare di Forza Italia, si sono battuti al limite della fisicità contro lo scempio formale e sostanziale che si stava consumando in parlamento. Una battaglia ovviamente persa in partenza, sul piano dei numeri, ma proprio per questo più vera è importante. È certamente retorico, e pure un po' ridicolo, scomodare i trecento spartani che si sacrificarono alle Termopili contro il soverchiante esercito persiano, ma vero è che la storia la si può scrivere e indirizzare anche attraverso delle sconfitte, soprattutto se il vincitore ha l'arroganza - come in questo caso - di sentirsi eterno e invincibile.
L'anomalo, direi innaturale quadro politico frutto della truffa post elettorale che ci consegna il 2018 può sicuramente essere ribaltato già a partire dall'anno che, a ore, si apre. A patto di consolidare da parte dell'opposizione i segnali di risveglio, visti negli ultimi giorni, dal trauma subito il 4 marzo e dal successivo stato depressivo. Nessuno è invincibile, basta crederci e lavorare sodo. Tanto più se non si ha di fronte l'armata persiana ma un esercito di cartapesta qual è il governo guidato da Conte.
Ben venga quindi girare pagina in tutti i sensi. Ennio Doris, patron di Mediolanum e contadino, così gli piace definirsi (e, diciamo noi: dal cervello fino), pare ami dire ai suoi, nei momenti di difficoltà: «Non mollate, c'è sempre domani».
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