Politica

Il 2019 e il dovere dell'ottimismo

Buon domani a tutti voi: il 2019, nonostante tutto, non ci fa paura.

Il 2019 e il dovere dell'ottimismo

Di recente, in un articolo sull'anno che sta per iniziare, ho ricordato una massima di Albert Einstein, il quale sosteneva che «è meglio essere ottimisti e avere torto che pessimisti e avere ragione» rafforzata da una di Winston Churchill sul fatto che «essere ottimista è vedere opportunità in ogni pericolo». Bene, il nostro Paese, come certificano anche gli ultimissimi accadimenti in politica, è in una situazione di pericolo economico e democratico, il che ci costringe appunto, in ossequio alle suddette teorie, a essere ottimisti. Non solo perché difficilmente qualcuno potrà fare peggio di così ma perché è necessario e urgente trovare forze ed energie per ribaltare la situazione e salvare il salvabile.

Nella sciagura che è stata l'approvazione della manovra economica, il cui iter si è definitivamente chiuso ieri alla Camera, per la prima volta dal voto del 4 marzo si è visto che può esserci vita oltre i Cinquestelle e il loro contratto farsa con la Lega. Uomini e donne dell'opposizione, in particolare di Forza Italia, si sono battuti al limite della fisicità contro lo scempio formale e sostanziale che si stava consumando in parlamento. Una battaglia ovviamente persa in partenza, sul piano dei numeri, ma proprio per questo più vera è importante. È certamente retorico, e pure un po' ridicolo, scomodare i trecento spartani che si sacrificarono alle Termopili contro il soverchiante esercito persiano, ma vero è che la storia la si può scrivere e indirizzare anche attraverso delle sconfitte, soprattutto se il vincitore ha l'arroganza - come in questo caso - di sentirsi eterno e invincibile.

L'anomalo, direi innaturale quadro politico frutto della truffa post elettorale che ci consegna il 2018 può sicuramente essere ribaltato già a partire dall'anno che, a ore, si apre. A patto di consolidare da parte dell'opposizione i segnali di risveglio, visti negli ultimi giorni, dal trauma subito il 4 marzo e dal successivo stato depressivo. Nessuno è invincibile, basta crederci e lavorare sodo. Tanto più se non si ha di fronte l'armata persiana ma un esercito di cartapesta qual è il governo guidato da Conte.

Ben venga quindi girare pagina in tutti i sensi. Ennio Doris, patron di Mediolanum e contadino, così gli piace definirsi (e, diciamo noi: dal cervello fino), pare ami dire ai suoi, nei momenti di difficoltà: «Non mollate, c'è sempre domani».

Buon domani a tutti voi, il 2019, nonostante tutto, non ci fa paura.

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