Cronache

Abbiamo paura di tutto, anche di ridere

Non usciamo più di casa, non facciamo figli e ci terrorizzano bulli e jihadisti

Abbiamo paura di tutto, anche di ridere

Abbiamo paura di tutto, anche della paura. Paura di fare figli, di mandarli a scuola, paura di prendere un aereo, di farsi quattro risate in compagnia, paura del futuro (che non c'è). Il Rapporto Censis, cioè l'identikit degli italiani, sembra una radiografia da Protocollo Cazzaniga. O una sceneggiatura di Wes Craven. Appena si fa vivo ti senti subito morire.

Dopo le stragi jihadiste in Europa quasi sette italiani su dieci hanno cambiato abitudini di vita. Svicolano, scantonano, si defilano. Più di sette su dieci ha evitato viaggi all'estero, più di metà non frequenta più luoghi affollati come cinema e musei ma anche piazze, monumenti, stazioni. Quasi tre su dieci non prende più il metrò, quasi due non escono più la sera. Poi ti stupisci se uno su quattro voglia chiudere le frontiere. Per ora l'italiano chiude la porta di casa. I muri sono già tra di noi.

L'Europa sarà matrigna ma la solitudine ci spaventa. Il 67% degli italiani è contrario a lasciare l'Europa, il 61% preferisce l'euro alla lira, il 60% non vuole la rottura del patto di Schengen. A quanto pare gli italiani hanno preso male anche la Brexit. «La società cicatrizza le ferite più profonde come la Brexit - spiega il rapporto - che appare come una crisi radicale sulla strada di una compatta identità europea». Meglio restare. Anche perchè partire è un po' morire...

«L'Italia non è un Paese per genitori» la sentenza dell'Istat. Colpa della crisi economica (83,3%) che scoraggia, limita, intristisce. Non importa se il boom demografico mondiale sia figlio dei paesi poveri e poverissimi o che nonni e bisnonni figliassero come merluzzi senza conoscere welfare. Il 60,7% di noi è convinto che, se migliorassero gli interventi pubblici, cioè più asili nido, più sgravi fiscali, orari di lavoro flessibili e permessi assortiti sarebbe più facile diventare genitori. La morale è che le nascite l'anno scorso sono state 485.780, minimo storico dall'Unità d'Italia, che gli anziani sono il 22% della popolazione e i minori il 16,5%. Il peggio non è passato. Semmai futuro.

In compenso sono raddoppiati in 4 anni gli italiani fuggiti all'estero: 102.259. Se dal 2001 al 2015 la popolazione è aumentata del 6,5% (oggi siamo 60.666.000) è merito, o colpa, degli stranieri, triplicati negli ultimi 15 anni (+274,7%). Secondo previsioni nel 2030 saremo 61.605.000, con il 5,6% di italiani in meno e l'81,1% di stranieri in più. Cioè avremo oltre 9 milioni di stranieri vale a dire il 14,8% della popolazione. State sereni...

Se poi vinci la paura di replicarti ne arriva subito un'altra. Come ti torna da scuola? E come ti esce dai social? Il 52,7% degli 11-17enni nel corso dell'anno ha subito bullismi assortiti anche violenti dai loro coetanei. Il 55,6% tra le femmine e il 53,3% tra i ragazzi più giovani (11-13 anni). Quasi un ragazzo su cinque (19,8%) è vittima di soprusi almeno una volta al mese. Su internet è anche peggio per le ragazze soprattutto. Per quasi otto italiani il cyberbullismo è la peste del Duemila. Ma l'untore è quasi sempre invisibile.

Spiega il rapporto: «La società rumina e metabolizza gli input esterni, volta per volta rimuovendoli o assimilandoli». E questo «vale per il flusso crescente di migranti e la loro faticosa integrazione; per il processo di digitalizzazione (che mette in crisi l'intermediazione burocratica del ceto impiegatizio che su tale prassi aveva costruito potere e identità); per la faticosa affermazione legislativa e giurisprudenziale dei diritti individuali».


Morale della favola: l'italiano non si fida più di nessuno, si arrangia come sempre e si fa gli affari suoi. Come diceva Aristotele: se c'è soluzione perché ti preoccupi? Se non c'è soluzione perché ti preoccupi?

Commenti