Cronache

Quel Motu proprio del Papa contro i preti pedofili

Il nuovo Motu proprio papale dispone la obbligatorietà delle segnalazioni sugli abusi da parte degli ecclesiastici. La svolta di Francesco

Quel Motu proprio del Papa contro i preti pedofili

La battaglia di Papa Francesco contro la pedofilia prosegue. Il Vaticano ha svelato i contenuti dell'ultimo Motu proprio disposto in materia. Ci sono novità rilevanti. Il pontefice della Chiesa cattolica, subito dopo il summit sugli abusi ai danni dei minori e degli adulti vulnerabili, ha deciso d'intervenire. E questa mattina, quasi in contemporanea rispetto all'udienza, abbiamo appreso qualche elemento in più.

Grazie all'azione di Jorge Mario Bergoglio, le segnalazioni che riguardano gli abusi avvenuti all'interno degli ambienti ecclesiastici divengono obbligatorie. Non c'è più spazio per l'elasticità in situazioni di quel tipo. Gli episodi di cui gli ecclesiastici hanno contezza andranno fatti presente. I tempi previsti non devono essere lunghi. Si parla di "tempestività". Il vescovo di Roma è stato chiaro: "Desidero che questo impegno si attui in modo pienamente ecclesiale - ha detto il papa argentino -, e dunque sia espressione della comunione che ci tiene uniti, nell'ascolto reciproco e aperto ai contributi di quanti hanno a cuore questo processo di conversione".

Vox estis lucis mundi, questo è il titolo della disposizione normativa, è tutto centrato sulla linea della "tolleranza zero", quella inaugurata da Joseph Ratzinger e a cui il pontefice regnante ha dato continuità. Tra le ulteriori novazioni, è possibile annoverare l'interpretazione esatta, da parte di un pontefice, della natura di quelle che in genere vengono chiamate "insabbiature" o "coperture". L'agenzia Adnkronos ha spiegato, tra gli aggiornamenti riportati, come il direttore dei media vaticani, che è Andrea Tornielli, si sia riferito, spiegando il Motu proprio papale, tanto ad azioni quanto a omissioni: "Si tratta - ha specificato lo stesso - di coloro che, investiti di posizioni di particolare responsabilità nella Chiesa, invece di perseguire gli abusi commessi da altri, li hanno nascosti, proteggendo il presunto reo invece di tutelare le vittime". Poi c'è il piano concreto: l'estate del 2020 è la scadenza prevista per far sì che ogni diocesi sia dotata di un vero e proprio sportello. Saranno luoghi deputati a ricevere le segnalazioni. Lo si apprende, tra le altre fonti, sull'agenzia Lapresse.

Tutto questo non ha rilevanza per qualche zona di mondo specifica, magari per quelle più colpite dal fenomeno come gli Stati Uniti, ma per qualunque diocesi. Questo, insomma, è uno dei modi con cui il Santo Padre ha deciso di contrastare la cosiddetta "crisi degli abusi". Gli ecclesiastici tutti hanno l'obbligo giuridico di comunicare quello che sanno. Per la Santa Sede e per il mondo ecclesiastico può essere il momento della svolta.

Il "collasso morale" della Chiesa cattolica - questo è l'obiettivo dichiarato del papa - deve avere termine e la "credibilità" deve essere recuperato.

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