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È Alpa il "Link" all'università dietro il caso 007

È Alpa il "Link" all'università dietro il caso 007

Per il New York Times «l'università romana al centro dell'inchiesta su Trump è diventata un vortice di intrighi». L'ateneo in questione è ovviamente la Link Campus University, coinvolta nella misteriosa relazione tra il suo ex docente Joseph Mifsud e lo staff di Trump e nei successivi viaggi degli uomini del presidente Usa a Roma per incontrare gli 007 italiani, vicenda su cui deve rendere conto il premier Giuseppe Conte per fugare il dubbio di «aver usato in modo improprio la rete di intelligence italiana per fare un favore a Trump». E proprio su Conte spunta ora l'ultimo collegamento, o meglio l'ultimo link, che chiude il cerchio dei misteri ancora senza soluzione. Ecco infatti che, come riporta Linkiesta, nell'università degli intrighi (copyright Nyt) fa capolino anche il professor Guido Alpa. Il maestro, in ambito giuridico, dell'avvocato Conte, risulta infatti nel consiglio editoriale di Eurilink, la casa editrice dell'università Link Campus che ha pubblicato tra gli altri anche un libro con la prefazione dell'ineffabile Mifsud insieme al senatore Pd Gianni Pittella. Alpa è anche presidente del comitato scientifico della collana «Studi e dialoghi giuridici ambito privatistico» della medesima casa editrice. Un semplice dettaglio nel vasto curriculum del professore? Non tanto se si rammenta che, mentre il ruolo della Link Campus nel Russiagate che coinvolge Conte è ancora tutto da chiarire, lo è altrettanto il rapporto professionale tra Alpa e il premier. Alla Camera è infatti depositata una interrogazione parlamentare firmata dalla Lega che chiede conto al presidente del Consiglio proprio di quale fosse la natura della sua collaborazione con il professor Alpa, visto che quest'ultimo è stato uno dei membri della commissione - certamente uno dei più influenti vista la statura accademica di Alpa - che nel 2002 abilitò Conte a professore ordinario all'Università di Caserta. L'interrogazione chiede a Conte se esista una parcella su carta cointestata per una consulenza resa da entrambi al Garante della privacy nel 2001. Una carta del genere, se spuntasse fuori, dimostrerebbe che Alpa e Conte erano di fatto soci, e che quindi il premier fu giudicato in un concorso pubblico da un suo socio professionale, e quindi violerebbe l'articolo 51 del codice di procedura civile che stabilisce l'incompatibilità tra commissario e candidato nei concorsi universitari in caso di collaborazione professionale tra i due. Questa fantomatica parcella cointestata però non è mai stata resa pubblica, né dal Garante né dai due diretti interessati. Ma Salvini, ormai in guerra con il suo ex premier, non intende mollare l'osso e vuole andare fino in fondo sui rapporti tra Conte e Alpa.

Il fatto che quest'ultimo spunti anche nel groviglio della Link Campus non fa che aumentare l'alone di mistero. L'ateneo presieduto dall'ex ministro Enzo Scotti sembra infatti il crocevia del governo Conte 1 e del Conte bis. Da lì, in un modo o nell'altro, sono passati ministri M5s (come la Trenta, Difesa), pezzi importanti dell'apparato pentastellato e anche dell'intelligence non solo italiana. Un groviglio che ha attirato l'interesse anche del New York Times, che nell'inchiesta pubblicata ieri («Rome University at heart of Trump inquiry becomes a vortex of intrigue») oltre a riportare il ruolo della Link nella «formazione degli alti gradi delle agenzie di intelligence italiane» e di «incubatrice di esponenti del Movimento 5 Stelle, il maggiore partito di governo italiano», racconta di un'altra figura misteriosa. Ovvero il legale del professor Mifsud, Stephan Roh, «l'avvocato svizzero con legami con oligarchi russi, tra i maggiori sostenitori della teoria che Mifsud fosse manovrato dalle agenzie di intelligence occidentali». Roh nel 2016 ha comprato il 5% della società che gestisce la Link. La moglie di questo Roh, Olga, ex modella russa, voleva aprire una scuola di moda in un ateneo romano. Quale ateneo? La Link ovviamente.

Spie, oligarchi russi, oscuri mediatori. Un intrigo in piena regola che sembra ruotare attorno alla Link, dove adesso compare anche il nome di Alpa.

Un nome che vuol dire molto per Conte.

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