Economia

Altro che lotta all'evasione, così stritolano le imprese

Altro che lotta all'evasione, così stritolano le imprese

Caro direttore,

sono la titolare di una piccola impresa, come tante, se non tutte, piegate dalla crisi, ma determinate a sopravvivere a dispetto di tutte le difficoltà di ogni giorno. Dopo l'illusione di poter fare pace con il Fisco con la cosiddetta «Definizione agevolata», con il 20% del debito caricato sulle prime due rate, la nostra azienda, impossibilitata a pagare, si ritrova esposta al rischio dei pignoramenti sui conti. E, come se ciò non bastasse, ora anche i Comuni, confortati dalla legge, stanno procedendo a pignorare i conti bancari per il recupero dei tributi locali.

I benpensanti la chiamano lotta all'evasione, ma che evasione è se ci sono dichiarazioni regolari? L'evasione è il «peccato» di chi non dichiara per non pagare. Ma se si tratta, come nel nostro caso, di inadempienze per difficoltà finanziarie, non può il Fisco essere così ottuso da pensare che di colpo il contribuente possa trovare le somme necessarie per mettersi in regola.

Dov'è il pragmatismo della politica? Vedo solo incompetenza, pochezza e tanta improvvisazione. Geniale è infatti l'idea di bloccare i conti bancari dell'imprenditore! Il sistema ideale per decretarne il fallimento. Con i conti bloccati neanche più le utenze vengono pagate, gli F24 e figuriamoci i fornitori!

C'è necessità, a mio avviso, di creare un movimento d'opinione su questo tema, che sta a cuore solo a chi vive questi problemi, ma non è rappresentato da nessuno. Sono veramente tutti bravi i nostri politici esperti e lungimiranti a riempirsi la bocca di rilancio dell'economia, di supporto allo sviluppo della piccola impresa. Quante belle parole... Raccontano che la piccola impresa rappresenta la spina dorsale della nostra economia, mentre apprendiamo, dato ufficiale, che nel 2016 l'Italia è il Paese dove hanno chiuso più imprese.

Questa gli psichiatri la definiscono schizofrenia, con la differenza che gli psichiatri i pazienti li curano, ma per i nostri politici quale sarebbe la cura? E ad opera di chi?

Forse, come si consiglia a chi ha l'influenza, dovrebbero starsene a casa, a riposo. E siamo noi cittadini, il Paese reale, quello buono, quello che si affanna, che abbiamo il dovere, trovandone il coraggio, di mandarli a casa!

Teresa Avella
Mola di Bari (Ba)

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