Cronache

Altro che porte chiuse: dentro altri cinquemila

La Francia si sfila, dall'Europa solo parole: resta sulla carta il blocco dei porti. E ora sbarchi anche sulle spiagge turistiche

Altro che porte chiuse: dentro altri cinquemila

Altro che porte chiuse. Solo ieri in Italia sono entrati altri cinquemila immigrati, molti su coste e spiagge già imbandite per i turisti in arrivo da tutta Europa. Stanti le attuali regole non c'è modo di fermare l'ondata che, complice la bella stagione, ingrossa giorno dopo giorno grazie all'inerzia dello Stato. Vertici, dichiarazioni e minacce cadono nel vuoto. Il neo presidente Macron, dopo avere blindato nei giorni scorsi la frontiera di Ventimiglia, ieri è stato chiaro: la Francia aiuterà l'Italia ma solo per i profughi che fuggono dalla guerra, non per quelli economici che rappresentano il 95 per cento degli arrivi. Come dire: affari vostri, teneteli tutti in Italia.

Il ministro Minniti - del quale apprezziamo il lavoro - ieri ha detto che «se ogni comune italiano facesse la sua parte (nell'accoglienza, ndr) il problema sarebbe vicino alla soluzione». Il ministro non si chiede perché la maggior parte dei comuni «non fanno» la loro parte, ammesso che sia giusto chiederlo loro. Eppure la risposta è semplice: non la fanno perché non si fidano di uno Stato che, lui sì, «non fa la sua parte». Che dovrebbe essere quella di chiudere, con le buone o le cattive, il rubinetto che provoca l'esondazione. Non si può, e non ha senso, continuare a raccogliere acqua se prima non si tappa la falla. Al ritmo di cinquemila nuovi ingressi al giorno come si fa a quantificare la «parte» che i comuni dovrebbero fare, cioè il numero di immigrati da accogliere in reciproca sicurezza? Tutto ha un limite (anche la pazienza), oltrepassato il quale l'accoglienza perde il suo significato civile e solidale.

Non c'è soluzione. Se si vuole che ognuno faccia la sua parte bisogna dare velocemente seguito all'annuncio di chiudere porti e frontiere, in modo che le navi cariche di disperati siano costrette a bussare altrove. La prima che costringeremo a dirigere su lidi francesi, spagnoli o maltesi, sarà il grimaldello per costringere l'Europa a fare sul serio, se il caso anche a schierare una forza militare di interdizione. Dei complimenti («siete eroi», ci hanno detto ieri da Bruxelles) non sappiamo più che cosa farcene. Abbiamo fatto un passo (verbale), non fermiamoci ora.

Altrimenti in mezzo al mare ci rimaniamo noi.

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