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Amatrice, ultimo saluto alle vittime del terremoto

Lutto nazionale in tutto il Paese in concomitanza con i funerali delle vittime del terremoto di Amatrice e Accumoli. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Matteo Renzi alle esequie

Amatrice, ultimo saluto alle vittime del terremoto

Un lungo elenco con i nomi delle vittime del terremoto. Si apre così la cerimonia dei funerali solenni ad Amatrice. A pronunciarli, in un silenzio assoluto, il vescovo di Rieti, Domenico Pompili. Al termine, un lungo applauso da parte delle centinaia e centinaia di persone presenti.

La cerimonia si tiene nello spazio dietro il centro don Minozzi, vicino alla tendopoli, dotato di due tensostrutture coperte. In una si svolge la messa vera a e propria, con le sedie a disposizione dei familiari delle vittime e le alte cariche dello Stato; un’altra, invece, ospita giornalisti, fotografi e forze dell'ordine. Davanti all’altare e al crocifisso ventotto bare delle vittime del sisma che lo scorso 24 agosto ha sconvolto il paese nella provincia di Rieti. In un primo momento erano previsti 38 feretri. Le 10 mancanti, viene spiegato, sono già al cimitero e per problemi metereologici non sono riuscite a raggiungere il luogo dove si svolgono i funerali.

Oltre ai fiori ci sono anche alcuni peluche ad adornare i feretri; sono molti, infatti, i bambini che hanno perso la vita a causa del terremoto.

"Il terremoto non uccide, uccidono le opere dell'uomo", ha osservato monsignor Domenico Pompili. Che ha invitato poi a non utilizzare Dio come capro espiatorio. "A dire il vero - ha osservato - il terremoto ha altrove la sua genesi. I terremoti esistono da quando esiste la terra e l'uomo non era neppure un agglomerato di cellule. Senza terremoti non esisterebbero le montagne, forse neppure l'uomo. Il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell'uomo". Da qui l'appello del presule: "La ricostruzione non sia una querelle politica o sciacallaggio, ma faccia rivivere la bellezza di cui siamo custodi". L'invito di Pompili a non abbandonare queste terre perché, "disertare questi luoghi sarebbe ucciderli una seconda volta".

Centinaia di palloncini bianchi sono volati in cielo al termine dei funerali.

Come per il funerale di sabato scorso, ad Ascoli, sono presenti il Capo dello Stato Sergio Mattarella, il presidente del Consiglio Matteo Renzi e i presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso. Con loro anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma, Virginia Raggi e il presidente Anci ed ex sindaco di Torino Piero Fassino. "Non vi lasceremo soli. La cosa essenziale sarà non lasciarvi soli quando si spengono le telecamere", ha detto Renzi prima dell’inizio dei funerali, ad una signora che gli ha chiesto di non abbandonare le popolazioni colpite dal terremoto.

"Questo non avverrà. Non vi lasceremo soli. Non vi abbandoneremo. Non abbiate questo timore". Così Sergio Mattarella, lasciando la tensostruttura di Amatrice dove si sono svolti i funerali, risponde a più riprese a chi gli chiede di non abbandonare le persone colpite dal terremoto. Il capo dello Stato al termine della cerimonia ha voluto salutare i parenti che stavano accanto alle bare dei loro cari: per ogni persona incontrata, un abbraccio, un bacio, una parola di incoraggiamento. "Coraggio, forza", ha detto. E rivolgendosi a una signora ha assicurato: "Amatrice è bellissima. Dico è perché tornerà come era prima. Difficile non innamorarsene", ha sottolineato.

Moltissime persone, sconsolate e in lacrime, si sono rivolte a Mattarella chiedendogli aiuto e ringraziandolo per la vicinanza.

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