Cronache

Aperta una pagina Facebook per sostenere la madre di Loris

Sul social network aperto il gruppo "Veronica Panarello è innocente". Migliaia di like. C'è anche la zia: "Il colpevole paghi marcendo all'inferno"

Aperta una pagina Facebook per sostenere la madre di Loris

Fine dell’anno nel Palazzo di Giustizia di Catania per l’inchiesta sulla morte di Andrea Loris Stival, il bambino di 8 anni ucciso il 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina. Il Tribunale del riesame ha infatti fissato per il 31 dicembre l’udienza sulla richiesta di annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la madre del piccolo, Veronica Panarello, arrestata per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. La donna, detenuta nel carcere di Agrigento, è accusata dalla procura di Ragusa di avere strangolato con fascette stringicavo di plastica il figlio e di averne poi gettato il corpicino in un canale di scolo vicino al Mulino Vecchio. A ricostruire il percorso che l’accusa, secondo la procura, la visione delle immagini di 42 telecamere di sorveglianza fatta da polizia e carabinieri.

In attesa che la giustizia faccia il proprio corso, lo scontro si sposta sui social network. Su Facebook è stato, infatti, aperto il gruppo "Veronica Panarello è innocente". Al gruppo è iscritta anche la zia di Davide Stival, marito di Veronica Panarello e padre di Loris. La donna, Antonella Stival, si è sempre detta convinta che non sia stata la mamma ad ammazzare il bambino: "Veronica anche per me è innocente. Chi è il colpevole paghi marcendo all'inferno. Chi sa parli". Nel giro di poche ore il gruppo ha raccolto migliaia di like facendo infuriare il nonno paterno Andrea Stival. Che ha tuonato: "Avevo chiesto cortesemente di finirla con tutto questo cortile pubblico e di avere rispetto per le persone che stanno male. Finitela di scrivere commenti o di farvi i vostri film mentali, solo ed esclusivamente per il piacere di aprire la bocca. In privato a questo sito avevo chiesto di chiuderlo e gentilmente ci avete mandato a quel paese". "Ora basta - ha, quindi, intimato - non è a noi che la polizia fa un baffo ma a tutti quelli come voi che vi nascondete dietro ad un social network".

Dal 23 dicembre Veronica si trova nel carcere Petrusa di Agrigento, dove è stata traferita da Catania.

Si attende la decisione del Tribunale del Riesame sul ricorso presentato dal suo difensore, Francesco Villardita, contro l’ordine di custodia cautelare in carcere per omicidio aggravato e occultamento di cadavere.

Commenti