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ASFALTATI

Storica vittoria del centrodestra unito, vola la Lega Tracollo Cinque Stelle, male la sinistra: governo bocciato

ASFALTATI

Questi ci tassano e gli italiani li tartassano. Al primo test elettorale l'alleanza politica tra Pd e Cinque Stelle si scioglie come neve al sole. A dare voce al comune sentire degli italiani sono stati i cittadini umbri chiamati a rinnovare il loro governo regionale. E' finita 60 a 35 per il centrodestra, un bagno di sangue per Conte, Di Maio e Zingaretti che su queste elezioni ci avevano messo la faccia, una faccia da schiaffi come raramente si è visto. Bel colpo, ma c'è poco da illudersi: proprio perché facce da schiaffi, i tre rimarranno ben ancorati alle poltrone di governo, incuranti dell'abissale distanza tra loro e la volontà popolare. O almeno ci proveranno a farlo fino a gennaio, quando alle urne andrà la rossa Emilia, che se dovesse bissare il responso umbro non lascerà scampo a questi sinistri impostori.

Il responso di ieri ci dice altre cose. La prima che il più fesso di tutti e Luigi Di Maio: alleandosi con Salvini ha perso il 50 per cento dei consensi, mollare Salvini per Zingaretti gli è costato più o meno altrettanto riducendo l'armata Cinque Stelle e un manipolo di sbandati. La seconda è l'assoluta inutilità di Giuseppe Conte, uomo dalle grandi ambizioni personali ma da nessun voto, altro che il «partito del presidente» ipotizzato da presunti esperti di politica. La terza è che il Pd di Zingaretti non dà alcun segno di vita e vale circa la metà di quello guidato dall'odiato Matteo Renzi.

La quarta, e più importante, ragione è che il centrodestra è in grande forma. Chi aveva pensato di aver liquidato Salvini con una operazione di palazzo è rimasto scornato, tanto che la Lega di opposizione è più forte di quella di governo. Se aggiungiamo che Fratelli d'Italia continua a crescere e che Forza Italia resiste sia pur a fatica in una regione mai stata amica, ecco che l'alternativa ai governi di sinistra appare più che mai possibile.

Un paese governato da una minoranza è un paese a rischio e il presidente Mattarella, prima o poi, dovrà prenderne atto. Continuare a considerare «pericolosa» una coalizione il centrodestra a guida Salvini - che governa (bene) dodici regioni su ventuno (tra le quali le quattro più importanti del paese) è illogico oltre che antidemocratico.

Ma per quanto proveranno a fare non scommetterei un euro che questa legislatura possa arrivare a compimento.

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