Cronache

"Un attentato sul ponte Morandi". La tesi choc di un ingegnere

L'ingegnere Enzo Siviero sostiene che a far crollare il ponte siano state delle microcariche. "Ricordiamoci della fine di Mattei..."

"Un attentato sul ponte Morandi". La tesi choc di un ingegnere

Enzo Siviero, 73 anni, non è un ingegnere qualsiasi. Lo chiamano "l'uomo dei ponti" per la sua incredibile specializzazione su questo tema ("è colui che ha collaudato 'Calatrava' a Venezia; oltre ad aver scritto libri, realizzato centinaia di progetti e aver preso una laurea ad honorem in Architettura a Bari", spiega il Corriere). Un curriculum di tutto rispetto, quindi. In questi giorni, Siviero è al centro delle polemiche per aver rilasciato un'intervista al telegiornale di Reteveneta in cui sostiene che il ponte sarebbe caduto in seguito a un attentato. È a lui che Spea, la società di progettazione e manutenzione del gruppo Autostrade per l’Italia, ha affidato l'incarico di studiare le cause del crollo. Incarico che, dopo quest'intervista, sarebbe stata revocata, secondo quanto riferisce il Corriere.

Nell'intervista l'ingegnere sostiene che la dinamica del crollo del ponte sia "compatibile" con un attentato: "Il ponte Morandi è molto pulito, ha degli elementi, mancando i quali non tiene più. Se sono state messe delle microcariche di un certo tipo in pochi secondi salta. Al momento è un’ipotesi che valuto sopra al 50 percento. Ci sono dei lampi, c’è un crollo verticale, insomma ci sono molti elementi". Ma perché qualcuno dovrebber compiere un gesto simile? "Autostrade è diventato il leader mondiale delle autostrade, ci sono altri soggetti che potrebbero essere interessati a prendere in mano le situazioni, non ci dimentichiamo che fine a fatto Mattei".

Queste parole hanno creato parecchio scompiglio, ma Siviero non si tira indietro e, anzi, al Corriere rincara la dose: "Confermo tutto. Io sono una persona libera. Ripeto che c’è una fortissima probabilità, superiore al cinquanta per cento, che si tratti di attentato. E penso che nel giro di 4-5 giorni sarò in grado di supportare tale ipotesi non solo attraverso la mera sensazione, ma anche con i numeri.

E se la procura mi chiederà, riferirò le mie conclusioni".

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