Cronache

Auto private per gli immigrati: ​l'ultima frontiera degli scafisti

Maxi operazione in tutta Europa. Scoperti i viaggi in auto private sulla rotta balcanica. Transazioni di denaro indirizzate alla Siria

Auto private per gli immigrati: ​l'ultima frontiera degli scafisti

Dalla Siria all'Europa in auto privata. È l'ultima frontiera degli trafficanti di uomini che, battendo la rotta balcanica, hanno fatto entrare illegalmente decine di migliaia di clandestini usando una flotta di oltre trecento vetture private. A scoprire l'ingente giro di affari, che da Milano porta a Belgio, Svezia e Francia, è stata una maxi indagine che ha messo in luce tutta la farraginosità dei controlli sugli immigrati che entrano nell'area Schengen.

Le indagini, che hanno portato questa mattina all'arresto di 21 persone, grazie agli investigatori della polizia di Stato, Servizio centrale operativo (Sco) e squadra mobile di Como, insieme alle polizie di diversi Paesi partner europei, sono state avviate nell'ottobre 2015 e supportate da attività tecniche, hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari a carico di un gruppo criminale, composto da sedici siriani, due tunisini, un algerino, un libanese e un egiziano che, operando in diversi Paesi europei, hanno organizzato, traendone ingenti profitti economici, il trasferimento, dall'Ungheria all'Austria e alla Germania, di centinaia di immigrati, perlopiù di nazionalità siriana e in fuga dalle aree in cui si sta svolgendo il noto conflitto armato in Siria.

L'inchiesta ha permesso di ricostruire le attività e le dinamiche criminali del network malavitoso che, approfittando dell'imponente flusso migratorio registratosi lo scorso anno sulla rotta balcanica, ha realizzato un complesso meccanismo per il trasporto degli immigrati con vetture private. Gli indagati, infatti, hanno impiegato oltre 300 macchine intestate a diverse società di comodo, avvalendosi di una vasta rete di passeur di varie nazionalità (anche italiana), un centinaio dei quali già identificati e, in parte, arrestati, in flagranza di reato.

Le indagini hanno portato alla luce numerose transazioni di denaro indirizzate a soggetti, non sempre identificati, che vivono in zone della Siria dove è in atto lo scontro che coinvolge anche milizie armate che si ispirano al fanatismo islamico.

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