Cronache

Bacheca Cgil in frantumi. La sinistra: 'Raid fascista'. Ma era solo una pallonata

Dure polemiche a Chiaravalle (Ancona) per una bacheca della Cgil trovata in frantumi. Si urla al "fascismo", ma era colpa di una semplice pallonata

Bacheca Cgil in frantumi. La sinistra: 'Raid fascista'. Ma era solo una pallonata

Allarme è tornato il fascismo. A forma di pallone. Son tempi difficili questi per chi vede il ritorno del Ventennio ovunque. Pure in un vetro in frantumi.

Chiaravalle, piccolo centro in provincia di Ancona. La bacheca della Cgil con dentro il manifesto della campgna “Mai più fascismi” viene ritrovata in frantumi e subito scatta l’indignazione della sinistra con la conseguente bagarre politica. Prese di posiozioni e comunicati, scrive Ancona Today, sul “gesto sicuramente voluto – ha detto Rifondazione Comunista - visto che nessun’altra delle bacheche vicine ha subito alcun danno". Per il Circolo del PRC di Chiaravalle non si tratta di "ragazzate, ma covano invece il germe dell’intolleranza madre di ogni fascismo. Essi sono infatti alimentati dalla propaganda razzista sui social, sostenuti da 'goliardie sportive', fomentati da distorte narrazioni sulla Resistenza".

Peccato che a quanto pare a rompere quella bacheca non siano state le squadracce nere né una banda di fascisti dediti a raid notturni. Ma solo un tiro maldestro di un bimbo che invece di insaccare in rete il suo pallone ha colpito altro. Un tempo qualcuno avrebbe detto “mo’ vo buco sto pallone”, ricordando la nota pubblicità, e invece si è preferito urlare all’incursione fascista.

Alla fine però è stata la stessa Cgil a frenare le polemiche e il sindaco Damiano Costantini ha smentito le “futili polemiche” sollevate da dall'ex vicesindaco Antonio Moscatelli, dall'Anpi e da Rifondazione Comunista. “La fretta, soprattutto nel giudizio (oltre che nel calciare palloni) - ha detto il primo cittadino, come riporta Ancona Today - è cattiva consigliera. L’urgenza di denunciare serpeggianti e violenti fascismi ha fatto dimenticare agli autori che i fatti vanno prima verificati e poi commentati”.

Alla fine il papà del bimbo pagherà la riparazione del danno causato dalla pallonata “fascista”.

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