Politica

Le banche di Grasso e Grillo

Un'alleanza post elettorale tra Di Maio, Grasso e Boldrini sarebbe una sciagura senza appello

Le banche di Grasso e Grillo

È finita, senza ius soli e con tante mance elettorali. La legislatura più sciagurata della Seconda Repubblica (tre governi e tre premier non eletti) va in archivio senza rimpianti e con l'onta indelebile di aver espulso dal Parlamento con l'inganno il leader dell'opposizione. «Game over» aveva commentato quel giorno con sarcasmo Matteo Renzi, non immaginando che a distanza di due anni sarebbe stato lui - e non Silvio Berlusconi - a un passo dal perdere l'ultima vita a sua disposizione nel grande gioco della politica.

Ci sarebbe da brindare, ma io non vedo la ragione di alzare il calice. Fare politica non è come tifare la squadra del cuore, e i destini del Paese non sono come una partita di calcio dove vincere sei a zero è meglio che passare il turno con un solo gol di scarto. Un Pd troppo indebolito e allo sbando potrebbe fare la fortuna della sinistra estrema del duo Grasso-Boldrini. La fortuna della quale potrebbe a sua volta tornare utile a Di Maio in cerca di alleati comunisti per provare a conquistare il governo del Paese.

Per questo la caccia grossa in corso in questi giorni a Renzi e alla sua Maria Elena Boschi mi lascia perplesso, al di là del merito dei casini bancari che i due hanno combinato. Guarda caso, è cavalcata alla grande dai grillini e dagli scissionisti del Pd, e non penso proprio a tutela dei risparmiatori traditi (Grasso, Boldrini e Bersani votarono contro o comunque si opposero alla mozione di sfiducia presentata a suo tempo contro l'allora ministro Boschi). Grasso e Boldrini sono stati per tutta la legislatura complici del renzismo, hanno agevolato le forzature procedurali per zittire le opposizioni, insomma fa ridere sentire oggi Grasso e Boldrini sostenere di essere alternativi a Renzi e al Pd. E fa altrettanto senso vedere Di Maio strizzare l'occhio ai due dopo averli insultati per cinque anni praticamente a ogni votazione di Senato e Camera (e viceversa).

Quindi è bene tenere gli occhi aperti e non farsi prendere per i fondelli. Il nemico, e il pericolo, non è Maria Elena Boschi, ma il possibile asse politico tra i suoi principali accusatori. Perché con lei eventuali conti politici e giudiziari potranno essere comunque risolti, mentre un'alleanza post elettorale tra Di Maio, Grasso e Boldrini sarebbe una sciagura senza appello. Per le banche e per tutti noi.

P.S.

A voi lettori un abbraccio e un sincero augurio di buon Natale.

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