Cronache

Bari, il "palazzo della morte": venti vittime per tumore da roghi tossici nella vicina discarica

Ventuno inquilini di una stessa palazzina nel quartiere Japigia sarebbero morti per tumori causati dalle sostanze tossiche provocate dai ricorrenti roghi nell'ex discarica comunale dell’Amiu di via Caldarola, dismessa e bonificata ormai da decenni.

Bari, il "palazzo della morte": venti vittime per tumore da roghi tossici nella vicina discarica

Ventuno inquilini di una stessa palazzina nel quartiere Japigia, a Bari, sarebbero morti per tumori causati dalle sostanze tossiche liberate nell'aria dai ricorrenti roghi nell'ex discarica comunale dell'Amiu di via Caldarola, dismessa e bonificata ormai da decenni.

Quell'edificio, il numero 16 di via Archimede, è conosciuto in città come il "palazzo della morte".

Una situazione che "richiama fortemente quello riscontrato nelle aree della cosiddetta Terra dei fuochi", come spiega la procura al termine delle indagini, chiuse comunque con una richiesta di archiviazione perché, essendo passato troppo tempo dai fatti, non è più possibile perseguire i responsabili e perché attualmente non ci sarebbe più pericolo.

Negli atti, come ricorda Il Fatto Quotidiano, si legge: "La vicinanza del condominio con l’area della ex discarica, non più di 300 metri, l’assenza di altre costruzioni interposte e l’azione dei venti, hanno favorito il convogliamento delle sostanze inquinanti e la loro aero-dispersione verso gli alloggi".

Ecco perché le famiglie, per bocca del loro avvocato difensore Michele Laforgia, protestano contro l'archiviazione: "È una vicenda inquietante. Le indagini hanno accertato che per anni gli abitanti di quella palazzina sono stati esposti a concentrazioni di diossine paragonabili alle zone più inquinate della Terra dei Fuochi. Le vittime non possono essere archiviate.

Anche se oggi secondo i consulenti della procura non c’è più pericolo, perché la discarica è stata messa in sicurezza alla fine degli anni 90 malattie e morti si sono verificate sino a pochi mesi fa, occorre accertare tutte le responsabilità".

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