Cronache

"Benedire il morto? 20 euro". Prete condannato a un anno

Il giudice: "Colpevole di tentata estorsione". Il religioso: "Assurdo, mai chiesto soldi per un sacramento"

"Benedire il morto? 20 euro". Prete condannato a un anno

Liscia, gassata o «santarella»? Sarà stata anche «santa» l'acqua usata da don Silvano per benedire un defunto, ma poche gocce a 20 euro sono sembrate troppe al giudice che infatti ha condannato con rito abbreviato (nulla a che fare col rito ambrosiano ndr) il sacerdote del presunto «caro aspersorio» a un anno e due mesi per tentata estorsione. E speriamo per don Silvano Corsi che la notizia non venga all'orecchio di papa Francesco che, sul tema dei «sacramenti a pagamento», ha recentemente avuto parole durissime. Ma - si sa - Verona è piccola, la gente mormora. E figuriamoci se al bar la disavventura di don Silvano non è già sulla bocca di tutti. Attenti però a gettare la croce addosso al malcapitato religioso. Francesco Delaini - avvocato non del diavolo, bensì del monsignore - giura sull'innocenza del suo cliente in abito talare: «È un assurdo. Impugneremo il verdetto in appello».

A far partire l'indagine, come riporta il Corriere del Veneto , era stato un esposto-denuncia firmato dal titolare di un'impresa di pompe funebri, che ha presentato in aula un file audio a riprova delle accuse. «Tutti lasciano almeno venti euro e se non verranno lasciati - avrebbe intimato don Silvano - non andrò a dare la benedizione e non permetterò di farlo nemmeno ai miei diaconi». A nulla sono valse le parole che il parroco aveva postato due giorni fa in Facebook , in vista dell'udienza. Nel ricordare che l'accusa lo stava «facendo soffrire ormai da più di un anno e mezzo», don Corsi rinnovava «ancora una volta la sua fiducia nella magistratura veronese e nella sua saggezza nel giudicare». Risultato: il gip Isabella Cesari lo ha condannato a un anno e due mesi per tentata estorsione. Sentenza giusta? In punta di diritto forse sì; ma certo, considerata l'esiguità della presunta richiesta avanzata dal «don» scaligero, la pena appare alquanto esagerata. Anche perché, per un funerale, i colleghi di don Silvano chiedono mediamente 90 euro. Non ci credete? Guardate allora il «tariffario» esposto, fino a poco tempo fa, sulla chiesa di Villa di Baggio, un piccolo borgo sulle colline pistoiesi: «190 euro per il matrimonio, 90 per un battesimo o un funerale». Anche in quel caso - pubblicato dal quotidiano La Nazione - scoppiò il putiferio. Con l'anziano parroco, don Valerio Mazzola, costretto a scusarsi dicendo di averlo fatto «per evitare l'imbarazzo degli accordi personali». Insomma, secondo il parroco, il «tariffario» proposto era soltanto una «semplice indicazione di obolo»: «Non sono offerte obbligatorie né soldi che vanno a finire nelle mie tasche. La comunità deve capire che c'è bisogno del sostegno di tutti per mandare avanti la chiesa». Per fortuna di don Valerio non ci furono strascichi giudiziari. Anche se le sue orecchie fischiarono non poco, quando, di lì a qualche giorno, nella sua omelia a Santa Marta, Papa Francesco puntò il dito contro quei preti «affaristi che appendono i listini prezzi e chiedono soldi per matrimoni, battesimi, ecc». Va giù duro Bergoglio: «Il popolo si scandalizza per questo. Ma c'è ancora chi chiede soldi per il funerale o per un esorcismo. O addirittura per il catechismo dei bambini…». Amen.

Gratis, possibilmente.

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