Cronache

Bimbo massacrato di botte con un bastone dalla sua famiglia

La madre e lo zio dal piccolo sono stati arrestati. Le indagini sono state avviate grazie alle maestre della vittima

Bimbo massacrato di botte con un bastone dalla sua famiglia

Orrore a Sant’Arpino, comune in provincia di Caserta, dove un bimbo veniva massacrato di botte dalla propria famiglia. Il piccolo, secondo quanto emerso dalle indagini, veniva quasi quotidianamente picchiato con l’ausilio di un bastone o una scopa. In manette sono finiti la madre e lo zio della vittima. Il nonno sembra non intervenisse, solo una volta avrebbe partecipato alle punizioni a lui inflitte, per questo motivo l’uomo, un 53enne che viveva con la famiglia, è stato raggiunto da un ordine di allontanamento dalla casa familiare. L’orrore è stato scoperto grazie a due insegnanti che avevano notato lividi sul corpicino del loro alunno. I carabinieri della compagnia di Marcianise e della stazione di Sant’Arpino, hanno posto in arresto una donna di 34 anni e un uomo di 30, accusati di maltrattamenti in famiglia aggravati dalla minore età della vittima. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, un bambino di cinque anni sarebbe stato picchiato violentemente tra le quattro mura di casa dai suoi familiari.

L'accusa delle maestre

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, sono state avviate lo scorso ottobre, in seguito ad alcune segnalazioni pervenute ai militari da parte di due insegnanti di una scuola dell’infanzia del paese. Le maestre si sarebbero infatti accorte di strani lividi sul corpo di uno dei loro alunni. Le indagini, avvenute anche grazie a filmati ripresi da telecamere nascoste installate nella casa e a intercettazioni telefoniche, hanno permesso agli inquirenti di raccogliere prove schiaccianti della colpevolezza degli indagati nei confronti del piccolo di soli cinque anni.

Il bimbo veniva picchiato e minacciato

Secondo l’ipotesi accusatoria avvalorata dal gip del Tribunale di Napoli Nord, madre e zio della vittima quotidianamente minacciavano e insultavano il bimbo, picchiandolo anche violentemente utilizzando una volta un bastone, l’altra una scopa. Lo sottoponevano a violenze fisiche e psicologiche, non si rivolgevano mai a lui chiamandolo per nome e lo insultavano. Gli accusati avrebbero anche detto alla loro vittima di raccontare delle bugie a chiunque gli avesse chiesto qualcosa relativamente agli ematomi, fingendo di essere caduto. Indagato anche il nonno di 53 anni, raggiunto da un ordine di allontanamento dalla casa familiare, sarebbe stato presente alle violenze ma non avrebbe mosso un dito per difendere il nipotino.

Nessun provvedimento penale nei confronti del padre, risultato sempre assente e comunque estraneo ai maltrattamenti.

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