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Blitz di terra del Cairo a Derna Quell'odio atavico coi vicini libici

Non solo raid aerei: le truppe avrebbero ucciso 155 miliziani e catturato altri 55

Blitz di terra del Cairo a Derna Quell'odio atavico coi vicini libici

Non si sono mai piaciuti, nonostante quei 1.158 chilometri di confine comune. Egitto e Libia sono due vicini che hanno spesso alternato sorrisi di cortesia a crisi diplomatiche e militari. Il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, ieri, due giorni dopo aver ordinato all'aviazione di colpire postazioni dello Stato islamico in Libia, era sul confine a ispezionare le truppe e cementificare il sostegno delle tribù locali, con robusti contatti oltre la porosa frontiera. Il Cairo sembra intenzionato a posizionarsi all'avanguardia di una possibile coalizione internazionale: secondo quanto riportato dal sito locale Al Watan e dall'Ansa, che cita l'ex parlamentare Mustafa Bakry, ci sarebbe stato anche un raid di terra nella roccaforte jihadista di Derna: 30 soldati egiziani trasportati in elicottero avrebbero catturato 55 miliziani e ne avrebbero uccisi 155.

Nonostante gli attacchi aerei, la situazione della sicurezza in Libia rimane critica e i mass media locali parlano di un alto numero di lavoratori egiziani in rotta verso il confine. Per decenni, questi emigrati sono spesso stati vittime delle crisi tra i due vicini, come accaduto ai cristiani decapitati dallo Stato islamico. È dal boom petrolifero degli anni 70 che gli egiziani più poveri cercano lavoro in Libia. Prima della rivoluzione del 2011 erano circa un milione e 600mila, secondo i numeri dell'Egyptian Organization for Human Rights. Molti di loro abbandonarono il Paese durante i giorni più intensi delle sollevazioni. A Bengasi, i forni restarono per la maggior parte senza panettieri, visto che molti di loro arrivavano dai villaggi rurali del vicino Egitto. La Libia, con i suoi sei milioni di abitanti, nonostante l'instabilità resta una nazione economicamente più forte del suo vicino che, con quasi 90 milioni di cittadini, ha un tasso di disoccupazione del 13 per cento. Eppure, l'Egitto, con un tessuto urbano e rurale che affonda le sue radici storiche e culturali nei regni degli antichi egizi e delle più colte corti arabe, ha sempre guardato con distacco ai vicini e alle loro tradizioni nomadiche e tribali. Ha mantenuto la sua asse verso il Medio oriente, mentre la Libia gravitava verso l'Africa.

Per decenni, l'eccentrico dittatore della porta accanto, Muammar Gheddafi, ha suscitato i sorrisi dei politici del Cairo, e non soltanto. Durante i giorni delle rivoluzioni del 2011, nella strade della capitale le barzellette non colpivano soltanto Mubarak. «Gheddafi dedica al suo popolo una canzone di Nancy Ajram: “Posso arrabbiarmi con te, ma non ti lascerò mai”», scherzavano gli uomini nei caffè, riferendosi al titolo di una hit della pop star libanese. Il colonnello invece se ne è andato, e la transizione non ha imboccato una strada pacifica. Fin da subito, ci sono state tensioni tra i nuovi governi egiziani e Tripoli proprio sulla questione della sicurezza e del contrabbando di armi che dalla Libia attraversa l'Egitto fino al Sinai. Non abbastanza però per provocare litigi e infatti dal 2011 i due Paesi hanno siglato intese ed occorre ricordare che Sisi sul confine guarda alle postazioni dello Stato islamico, un gruppo jihadista che non ha a che fare con il mondo della politica libica e che approfitta della debolezza istituzionale.

Proprio lungo quella stessa frontiera, che oggi evoca un possibile conflitto, egiziani e libici hanno combattuto un breve conflitto, nel 1977. Le relazioni tra il colonnello e l'allora presidente Anwar El Sadat si sono incrinate dopo la guerra del Kippur, nel 1973, quando il leader egiziano ha iniziato ad aprire all'idea di una conciliazione con Israele, indigesta al colonnello. Per anni, le due nazioni si sono accusate di complotti a danni dei propri regimi. Poi, nell'estate del 1977, Gheddafi ordinò l'espulsione di oltre 200mila lavoratori egiziani - ancora una volta vittime delle tensioni regionali - e scoppiò un conflitto di quattro giorni lungo quel confine, terminato grazie alla mediazione algerina. Per oltre dieci anni, Libia ed Egitto non si parlarono.

Gheddafi tornò al Cairo con le sue tende soltanto nel 1989, quando a palazzo c'era già Mubarak.

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