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Il bluff del ribaltone

Renzi affossa l'asse M5s-Pd. Salvini non abbia paura: è ora di aprire la crisi

Il bluff del ribaltone

Cinque Stelle e Pd sono sempre più vicini e se Salvini strappasse il contratto di governo per tornare al voto i due, si dice, sarebbero pronti a stipularne uno nuovo di zecca ed evitare così le urne. Il risultato sarebbe un bel governo Di Maio-Zingaretti - magari con Conte ancora premier - e la Lega all'opposizione nonostante il suo ingente potenziale elettorale certificato alle Europee e confermato poi da tutti i sondaggi. Cosa c'entri questo piano con la democrazia (i perdenti al governo e il vincente a casa) non è chiaro, ma da due mercenari della politica quali sono Di Maio e Zingaretti ci si può aspettare di tutto.

Le trame di Palazzo sono in corso, del resto metà del Paese farebbe carte false pur di liberarsi dell'incubo Salvini. Le probabilità di successo sono invece altra cosa: i numeri per costruire in questo Parlamento una maggioranza Pd-Cinque Stelle sono davvero risicati e dovrebbero aderire al ribaltone tutti, ma proprio tutti, i deputati e i senatori pd di area renziana, notoriamente ostili sia a Zingaretti che a Di Maio.

È vero però che di fronte all'ipotesi di perdere la poltrona non sarebbero pochi i parlamentari di altri partiti o già nel gruppo misto che si renderebbero disponibili a dare una mano, o meglio alzarla, pur di non fare terminare la legislatura.

Matteo Salvini teme tutto questo? Da come si sta muovendo direi di sì, l'uomo dà la netta idea di uno che ha paura di rimanere con il cerino in mano. Eppure, parlando per assurdi, ci sarebbe quasi da augurarselo: la remota ipotesi di un governo comunista grillopiddino è forse l'unica strada per liberarsi definitivamente degli uni e degli altri. Li vorrei davvero vedere all'opera, Pd e Cinque Stelle, protetti da qualche potere forte (magistratura, Quirinale, pezzi della nuova Europa) ma a loro ostile oltre il cinquanta per cento degli italiani. Purtroppo non penso che siano fessi al punto da fare un così enorme regalo alla Lega e a tutto il centrodestra, che si ritroverebbe di nuovo compatto sia pure momentaneamente all'opposizione.

Già, perché se Cinque Stelle-Lega è durato un anno, Cinque Stelle-Pd non arriva - scommetto - a sei mesi. Fosse solo perché nella Lega comanda e decide uno (Salvini) e tutti si allineano, nel Pd invece comandano, o pretendono di farlo, almeno in dieci, tra i quali gente come Renzi, Calenda e Sala, che solo a sentire parlare di grillini sono colti da orticaria.

Spero che Salvini non si faccia intimorire. La minaccia non sta in piedi, è costruita ad arte per ricattarlo con un bluff. Vada al «vedo», come si fa nel poker, e scoprirà che le carte buone le ha in mano lui. Per favore, le giochi.

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