Cronache

Bologna, donna bruciata viva in strada: si pensa al tentato suicidio

La 60enne è stata rinvenuta priva di sensi all'alba. A causa delle bruciature, che interessano oltre il 90% del suo corpo, per gli inquirenti è stato difficoltoso identificarla

Bologna, donna bruciata viva in strada: si pensa al tentato suicidio

È gravissima la donna ritrovata in fin di vita nelle prime ore della mattinata di ieri a Bologna. Col 90% del corpo ricoperto di ustioni, si trova ora ricoverata nel reparto grandi ustionati dell'ospedale Bufalini di Cesena. Le sue condizioni sono critiche.

Secondo quanto riferito dai quotidiani locali, a lottare ora fra la vita e la morte è una 60enne marocchina, da oltre 14 anni residente nel capoluogo emiliano. Sono stati alcuni passanti a trovarla, intorno alle 6:30 del mattino, ed a dare immediatamente l'allarme. La donna, che giaceva priva di sensi in un giardino di via Marchioni, zona Barca, respirava ancora ed è stata subito assistita dai sanitari del 118, accorsi sul posto. Sul luogo del ritrovamento sono accorsi anche gli agenti del commissariato di Santa Viola, seguiti dai colleghi della squadra mobile e della polizia scientifica. Nei primi momenti, infatti, non si è esclusa alcuna pista, come ad esempio quella di un tentato omicidio.

La 60enne, scalza e priva di documenti, è stata poi identificata. Gli inquirenti hanno appreso che risiede insieme alla figlia in un appartamento poco distante dal luogo in cui è stata ritrovata, e che soffre da tempo di una seria forma depressiva. Al momento gli agenti, che stanno indagando sul caso avvalendosi anche delle immagini ricavate dalle telecamere di sorveglianza, ritengono si tratti di un tentativo di suicidio.

Vicino alla donna è stato infatti ritrovato un accendino. Si pensa dunque che la 60enne abbia cosparso il proprio corpo con un liquido infiammabile per poi darsi alle fiamme. Su di lei, infatti, nessun segno di violenza o aggressione, soltanto le gravissime bruciature.

Trasportata in un primo momento al pronto soccorso dell'ospedale Maggiore di Bologna, è stata successivamente trasferita al Bufalini di Cesena.

Prosegue l'attività investigativa.

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