Cronache

Bologna, neonato con rara forma di tumore salvato in sei minuti

Durante la gravidanza, il bimbo aveva sviluppato una forma benigna di cancro ai vasi linfatici. Ma al momento del parto rischiava di soffocare: grazie all'intervento di un'équipe di specialisti il parto è avvenuto in sicurezza e il linfangioma è stato rimosso dopo qualche giorno

Bologna, neonato con rara forma di tumore salvato in sei minuti

Appena venuto al mondo rischiava di non riuscire a respirare a causa di una rara patologia sviluppata durante la gravidanza della madre. Ma grazie a un intervento di sei minuti, il neonato si è salvato. È accaduto negli ultimi giorni all'ospedale Sant'Orsola di Bologna, dove un bambino, affetto da un igroma cistico o linfangioma, cioè un tumore benigno dei vasi linfatici, è riuscito a nascere senza troppi problemi grazie alla mobilitazione di tre équipe, formate da ginecologi, anestesisti e chirurghi pediatrici.

La patologia rara

Secondo quanto riportato da Il resto del Carlino, il cancro, una patologia molto rara che si sarebbe sviluppata nella seconda parte della gravidanza, occupava il collo del piccolo e, come spiegato dal professor Gianluigi Pilu, direttore della clinica ostetrica, la mamma del bambino, una donna immigrata, è stata inviata nella struttura bolognese per riuscire a partorire in sicurezza. In base a quanto ricostruito dai medici, la massa risultava essere molto voluminosa ed è stato necessario praticare un taglio cesareo sulla donna, per favorire la fuoriuscita del neonato. "Quando si presentano questi casi", ha spiegato Pilu, "c'è il rischio che i bimbi non abbiano la capacità di respirare".

L'intervento

Gli specialisti che hanno avuto in cura la donna sono ricorsi al cosiddetto "parto exit" (ex utero intrapartum therapy), che consiste nel trattamento del feto durante il parto. Il dottor Fabio Caramelli, direttore dell'anestesiologia e rianimazione pediatrica, ha spiegato l'operazione effettuata: "Si tratta di una metodica particolare, per il rischio di distacco della placenta e di emorragia, che viene eseguita solo nei centri ad alta specializzazione come il nostro".

L'importanza del cordone ombelicale

Il medico ha poi specificato le modalità di intervento: "Al bambino, appena estratto dall'utero, non è stato tagliato il cordone ombelicale, in modo che continuasse a respirare come se fosse ancora nella pancia della mamma, mentre noi anestesisti, con il video laringoscopio, abbiamo liberato le vie respiratorie ostruite e poi siamo riusciti a intubarlo. In sei minuti. Poi è stato tagliato il cordone ombelicale". Il medico, che ha raccontato i dettagli dell'intervento, ha aggiunto che insieme a lui erano presenti altre due dottoresse, Lorena Pasini e Antonella Cardin Fontana.

La rimozione del tumore

Il neonato, appena venuto al mondo, è passato nelle mani dei neonatologi, che hanno effettuato tutti i controlli prima di trasferirlo in rianimazione pediatrica. Dopo qualche giorno, al piccolo è stato rimosso anche il tumore. Il professor Mario Lima, direttore della Chirurgia pediatrica, ha dichiarato che la massa aveva dimensioni importanti: "Occupava il collo, era attaccata alla carotide e arrivava fino alla colonna vertebrale, nel tratto cervicale, tanto da spostare anche l'esofago". L'asportazione, fatta da Lima, è stata radicale, grazie a una tecnica microchirurgica. Il professore, infatti, indossava occhiali che ingrandiscono il campo operatorio di due volte e mezzo. In totale, l'operazione per rimuovere il cancro è durata oltre tre ore. "Abbiamo preparato l'intervento con una ricostruzione tridimensionale della risonanza magnetica preoperatoria", ha spiegato Lima.

Ora il piccolo è tornato a casa.

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