Periferie d'Italia

Borgo Vecchio, cuore pulsante di Palermo

Borgo Vecchio potrebbe ricordare un'antica miniatura persiana, con scene di vita quotidiana di mercati, di venditori di cibi e vini

Borgo Vecchio, cuore pulsante di Palermo

I fenicotteri blu mangiano con calma beccando per terra, mentre non lontano un lupo riposa a pancia all'aria e un enorme uccello scruta curioso l'orizzonte. Le casette di Borgo Vecchio, antico rione palermitano, sono piene di vita. Esistenze reali, come fantasiose. I bambini giocano a calcio nel campetto, alcuni operai riparano una piccola ape, ambulanti vendono la loro merce. La gente cammina tra le piccole palazzine del borgo popolare, quasi incurante dei murales che rappresentano animali fantastici, volti e mondi di fantasia, dipinti dai bambini del quartiere (guarda le foto).

Borgo Vecchio potrebbe ricordare un'antica miniatura persiana, con scene di vita quotidiana di mercati, di venditori di cibi e vini. Una di quelle miniature che rappresentano le avventure di qualche eroe epico medioevale mediorientale, in cui ogni tanto si incontrano draghi o altri animali fantastici. Le miniature sono sempre racchiuse in riquadri di calligrafia o di disegni geometrici. Anche Borgo Vecchio non fa eccezione, il rione popolare, che ospita uno degli storici mercati di Palermo, è racchiuso all'interno di una cornice fatta di case borghesi in stile liberty, dal teatro Politeama e da negozi di lusso. Due mondi che più diversi non potrebbero apparire e che pure convivono spalla a spalla.

Le difficoltà di tutti i giorni

Borgo Vecchio è un quartiere con una disoccupazione altissima e una bassa scolarizzazione. Una di quelle zone in cui è facile farsi affascinare dai soldi facili della criminalità organizzata.

Crescere tra i suoi vicoli non è un gioco sempre semplice, ecco perché è particolarmente interessante il progetto di “Borgo Vecchio Factory” e delle associazioni di quartiere, di far dipingere ai bambini dei murales con le loro fantasie e i loro sogni. La fantasia è molto importante, perché permette loro nei primi anni di vita di svilupparsi con un atteggiamento positivo, che gli darà la forza di poter affrontare una vita complessa. Un'esistenza in cui per non soccombere in facili scorciatoie, i figli di Borgo Vecchio avranno bisogno di immaginare un futuro diverso. Non un mondo puro e perfetto, visione che potrebbe portare a cocenti delusioni, ma un mondo semplicemente migliore. In fondo anche le leggende epiche medioevali hanno sempre una loro morale.

La street art

Negli ultimi anni il quartiere ha cambiato volto grazie ai tanti murales dipinti sulle facciate delle antiche case del rione. “Borgo Vecchio Factory” è un progetto di promozione sociale proposto dall’organizzazione no profit “Push”, in collaborazione con lo street artist Ema Jons e “Per Esempio Onlus” che prevede la realizzazione di cicli semestrali di laboratori di pittura creativa per 20 bambini del quartiere. I disegni e i dipinti prodotti durante i laboratori sono stati utilizzati poi come bozzetti per dei murales realizzati a più mani sui prospetti delle case del quartiere. Oltre a Ema Jons, artista comasco residente a Palermo, il laboratorio ha coinvolto successivamente altri artisti, tra cui Aris, muralista di Viareggio e Alleg.

Un altro progetto di riqualificazione ha visto la realizzazione di un campo da calcio sopra un piazzale di cemento in cui prima c'era un capannone. Borgo Vecchio, insieme a Ballarò, Borgo, la Kalsa, il Cep e lo Zen, ospita anche i mini-tornei di “street soccer” e le “olimpiadi di strada” (calcetto, basket 3 vs. 3, pallavolo, cricket, touch-rugby), organizzati da “Mediterraneo Antirazzista”. Le partite si sono giocate anche a Milano (Parco di Trenno), Catania, Roma (Metropoliz), Napoli (Scampia), Genova (S. Gottardo – Molassana).

La vicinanza con la Palermo borghese

Borgo Vecchio si trova a due passi dai quartieri Politeama e Libertà con le loro prestigiose palazzine liberty. L'urbanistica della zona fu disegnata per l'Esposizione Nazionale del 1891. Le vie ottocentesche hanno una struttura a maglia ortogonale con vie parallele fra di loro poste fra gli assi principali costituiti dalla via della Libertà e dalla via Notarbartolo. Purtroppo moltissime delle ville liberty vennero distrutte durante il cosiddetto “sacco di Palermo”. Espressione con cui si descrive il boom edilizio avvenuto tra gli anni Cinquanta e Sessanta che stravolse la fisionomia architettonica della città. In quegli anni molte borgate vennero inglobate da un'espansione edilizia dissennata e abnorme, che vide la distruzione di numerose delle ville liberty che avevano reso la Palermo della “Belle Epoque” famosa nel mondo. Per fortuna a pochi metri da Borgo Vecchio troneggia ancora il meraviglioso teatro Politeama progettato da Giuseppe Damiani Almeyda che s'ispirò ai modelli del classicismo accademico in voga alla fine dell'Ottocento.

Se da un lato Borgo Vecchio è racchiuso dai quartieri della Palermo borghese, dall'altro il rione confina con il porto della città. Il porto di Palermo è uno dei maggiori per traffico passeggeri e per dimensioni del Mediterraneo. Gli storici concordano che il porto è sempre stato fondamentale per la città, tanto che “i navigatori fenici, che fondarono Palermo, scelsero questo luogo proprio per la conformazione della sua insenatura e i greci chiamavano la città Panormos, cioè tutto porto”. Questa zona fu il centro degli scambi commerciali marittimi durante l'epoca fenicia, cartaginese, greca, romana e araba.

Un altro luogo che confina con il rione di Borgo Vecchio è il carcere dell'Ucciardone. Il nome deriva dal siciliano “u ciarduni”, che non è altro che una storpiatura del francese “chardon”, che vuol dire cardo. Il nome ricorda che un tempo la pianta veniva coltivata nel terreno in cui oggi sorge il carcere. L'edificio è stato progettato all'inizio del diciannovesimo secolo dall'architetto Nicolò Puglia e modificato sempre nell'Ottocento dall'architetto palermitano Emmanuele Palazzotto. Nell'aula bunker del carcere si sono svolti numerosi processi, compreso il celebre “Maxiprocesso” degli anni '80 a carico dei boss di “Cosa Nostra”. Il carcere soffre di numerosi problemi di sovraffollamento.

Se la miniatura che rappresenta Borgo Vecchio ha come cornice le ricche palazzine liberty del quartiere Libertà e il porto, anche la Sicilia potrebbe essere paragonata a una miniatura piena di persone, luoghi e storie, incorniciata all'interno del mare Mediterraneo, una cornice anch'essa piena di vita. Si potrebbe continuare questo gioco pensando che anche il mondo sia una miniatura e l'universo, con i suoi misteri, la sua cornice. Crescere in un luogo problematico e senza molte risposte e certezze non è facile. Ecco perché è fondamentale, in quartieri come Borgo Vecchio, sviluppare un senso d'identità, poter sfogare la propria fantasia, sapere di potere contare non solamente sui parenti, ma anche sulle tante associazioni che hanno deciso di scambiare le loro esperienze e idee con i ragazzi del quartiere. La razionalità ci dice che chi cresce qua non troverà facilmente lavoro e che potrebbe avere problemi economici. Ma la storia ci insegna che i cambiamenti sono difficilissimi, se non impossibili, se alla base non vi è un sogno.

Una speranza che avrà certamente bisogno della razionalità per essere messa in pratica, ma senza la quale nulla può accadere.

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