Cronache

Cannabis light perché è giusto l'alt alla vendita

Cannabis light perché è giusto l'alt alla vendita

Io, che la marijuana light me la sono fumata, dico che ha ragione il Consiglio superiore della Sanità. È giusto ritirarla dal mercato per almeno un paio di motivi.

Innanzitutto si tratta di una maiuscola paraculata che lo Stato non può permettersi. Vi pare possibile che dal tabaccaio vendano bustine di marijuana con le seguenti indicazioni: non si mangia, non si beve, non si fuma. E quindi cosa si fa con questa benedetta marijuana light? La si colleziona. Sì esattamente, come fosse un francobollo o una moneta antica. Voi avete mai conosciuto uno che collezioni rosmarino, salvia (occhio che ne esiste anche un tipo allucinogeno, la divinorum venduta legalmente fino ai primi anni duemila) oppure cime di rapa? Ovviamente no, sarebbe fuori di testa, un cretino, praticamente un drogato. Ancora di più se si compra cime di marijuana per metterle in bella mostra in una vetrinetta appesa in salotto. Quella è roba da fumare, è talmente ovvio che non c'è neppure bisogno di scriverlo, anzi è così evidente che lo si capisce anche se si scrive l'esatto opposto: cioè che non si deve fumare.

Ed è questa l'intollerabile ipocrisia che aleggia sul nuovo business: come puoi mettere al bando le droghe leggere e arrestare i suoi consumatori e poi vendere al bancone - in mezzo a prodotti timbrati dal monopolio - la stessa droga, con lo stesso principio attivo ma solo un pochino più leggero. Delle due l'una: o lo Stato decide di liberalizzare la marijuana - ipotesi tutt'altro che peregrina, come dimostra il successo della recente legalizzazione in California - oppure ne impedisce qualunque tipo di vendita. E anche sulla potenza del principio attivo - cioè il thc - ci sarebbe da ridire.

Sostenere che la marijuana light non faccia niente è come sostenere che la grappa ubriachi e la birra no. Se ti scoli un fusto di birra, oltre a diventare un aerostato dalle fattezze di Obelix, probabilmente inizi anche ad avere le idee un po' annebbiate. È tutta una questione di quantità, sia in un caso che nell'altro. Chi scrive l'ha provata, non ho visto (per fortuna) draghi giganteschi fiammeggiare per il salotto di casa né mi si sono spalancate le huxleyane porte di nuove percezioni e inesplorati stati di coscienza (purtroppo). Ma non c'è bisogno di avere l'esperienza sul campo di Hunter Thompson per capire che, nella mani sbagliate, quello diventa uno strumento di sballo. Lo Stato è dunque a un bivio e se non decide si fuma anche l'ultimo briciolo di coerenza rimasto. Non si sa mai che sia allucinogeno anche quello.

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