Cronache

Consiglio superiore della Sanità: "Stop a vendita di cannabis light"

La bassa percentuale di Thc non garantisce l'assenza di rischi per chi la assume

Consiglio superiore della Sanità: "Stop a vendita di cannabis light"

Il Consiglio superiore della sanità si è espresso contro la vendita dei prodotti a base di cannabis light, cioè quelli contenenti il principio attivo del Thc sotto il minite imposto dalla legge.

Negli ultimi mesi, in Italia, si erano diffusi a macchia d'olio i negozi "green", che espongono in vendita vari prodotti a base di cannabis, dagli olii alle tisane, fino ai biscottini. Ma ora il Css avverte che "non può essere esclusa la pericolosità dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa" e raccomanda di attivare le misure necessarie a bloccare la libera vendita di tali merci,"nell'interesse della salute individuale e pubblica".

Infatti, il limite previsto dalla legge per il principio del Thc è di circa lo 0,5%. Una percentuale non trascurabile, che può produrre ugualmente effetti psicotropi, semplicemente aumentndo la dose dei prodotti consumati.

Secondo il Consiglio della sanità, inoltre, non è stato valutato il rischio"connesso al consumo di tali prodotti in relazione a specifiche condizioni", che può essere dannoso in caso di alcune patologie, di uno stato di gravidanza o allattamento, di interazioni con farmaci. Conseguenze negative potrebbero verificarsi anche a seconda dell'età. Lo stop servirebbe, quindi, a "evitare che l'assunzione inconsapevolmente percepita come 'sicurà e 'priva di effetti collaterali si traduca in un danno per se stessi o per altri".

Il parere al Css, riguardnte la "droga leggera", era stato richiesto a febbraio dal Ministero della Salute, che aveva posto due quesiti, uno sulla pericolosità dei prodotti e l'altro sulla loro vendita. Il rischio, quindi, non può essere escluso, in quanto bisogna tener conto delle molte variabili e delle particolari condizioni, che non sono state considerate in precedenza.

Per quanto riguarda il secondo quesito, il Consiglio ricorda la legge 242/2016, che prevede la coltivazione della canapa industriale, allo scopo di trarne "alimenti e cosmetici prodotti esclusivamente nel rispetto delle discipline dei rispettivi settori".

Tale legge non prevede "la produzione delle infiorescenze né la libera vendita al pubblico", per cui la vendita di prodotti a base di cannabis light, come indicano diverse etichette,"pone certamente motivo di preoccupazione".

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