Cronache

Capannone diventa moschea: tar dà ragione al comune e lo fa chiudere

Nessuna sospensiva per l’associazione islamica “Arrahma” che aveva fatto ricorso contro l’ordinanza emanata dal comune. Il tar respinge la domanda, il centro verrà chiuso

Capannone diventa moschea: tar dà ragione al comune e lo fa chiudere

Trasformano in moschea un capannone ad uso artigianale e fanno ricorso al Tar per ottenere una sospensiva contro un provvedimento del comune di Casalmaggiore (Cremona), che aveva chiesto l’immediata chiusura del centro. Dopo una lunga battaglia, i membri dell’associazione islamica “Arrahma” hanno visto rigettare indietro la loro richiesta e dovranno dire addio al luogo di culto abusivo.

La vicenda ha avuto inizio lo scorso anno con l’acquisizione all’asta del sopracitato immobile da parte del centro culturale musulmano.

Il capannone della ex BFM, sito in via Marzabotto, destinato ad uso artigianale/industriale, sarebbe dovuto diventare un semplice luogo di ritrovo per la comunità islamica. Al tempo fu addirittura garantito che sarebbero state rispettate le leggi e che lo stabile non sarebbe divenuto un centro di culto. Non è stato così.

Dopo un primo tentativo di richiesta di modificare la destinazione d’uso dell’immobile (richiesta immediatamente respinta dalla giunta comunale), l’associazione islamica ha comunque trasformato il luogo in una moschea senza aver ricevuto l’autorizzazione necessaria.

Sono stati i residenti del posto a denunciare un sospetto via vai di persone che si recavano regolarmente nel capannone, e ciò ha convinto il comune ad effettuare dei controlli. Un sopralluogo della polizia locale ha poi portato allo scoperto il reale stato delle cose: il capannone era divenuto una moschea abusiva. Immediato l’intervento del sindaco Filippo Bongiovanni che, con un’ordinanza in cui si dichiarava l’attività non conforme alla normativa urbanistica, ha chiesto la chiusura del centro religioso abusivo. Da qui la reazione degli islamici, che hanno deciso di fare ricorso al tribunale amministrativo regionale. Facendo domanda per ottenere una sospensiva, l’associazione “Arrahma” ha insistito con l’affermare che il capannone non era affato stato trasformato in una moschea e che le attività che vi si svolgevano erano da considerarsi soltanto in minima parte religiose.

Il tar di Brescia ha tuttavia dato ragione al comune di Casalmaggiore: l’attività che si svolgono all’interno del capannone dovranno pertanto cessare.

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