Cronache

Caso molestie in Vaticano, Comastri: "Non ho insabbiato nulla"

Il caso delle molestie in Vaticano continua a far discutere. Comastri, citato dal vicario giudiziale, dichiara di non aver insabbiato nulla

Caso molestie in Vaticano, Comastri: "Non ho insabbiato nulla"

Ci sono novità sulle molestie sessuali che sarebbero avvenute nel preseminario San Pio X, sotto la cupola di San Pietro. Il cardinale Comastri, che era stato citato dal vicario giudiziale durante l'ultimo servizio al riguardo de Le Iene, ha rilasciato una dichiarazione all'Ansa: "Non solo non ho insabbiato nulla ma ho ordinato ben tre indagini, raccomandando il massimo rigore nel compierle, dopo che avevo ricevuto una segnalazione anonima secondo cui al Preseminario San Pio X accadevano cose brutte". Il cardinale - sarà bene ricordarlo - è, tra le altre cose, il vicario di Papa Francesco per lo stato della Città del Vaticano.

Il nome di Comastri era stato fatto relativamente alla vicenda dei presunti abusi nel preseminario, quando Gaetano Pecoraro del programma di Italia Uno aveva cercato di far luce sulle possibili insabbiature. Il giudice del tribunale ecclesiastico che si era occupato del caso, infatti, sembrava essersi adoperato ai fini della rimozione di Monsignor Radice, superiore del luogo nel quale le "cose brutte" sarebbero accadute. Qualcuno, però, pareva aver bloccato l'intenzione di Strabellini - il vicario in questione - e Radice era così rimasto al suo posto, salvo poi essere rimosso dopo il 2015. "Bisognava procedere con i gradi giusti di giudizio. Ho provato a risolvere il caso diversamente, il mio giudizio era che c'era sostanza sufficiente per procedere" - aveva detto Strabellini a Le Iene - e ancora: "Io le assicuro che non sono un disonesto. Io avevo il ragionevole dubbio che si dovesse procedere...Diego Coletti chiese di non dar luogo a procedere. Dice di aver fatto ulteriori indagini e che il caso è risolto così...Mi disse di aver sentito due persone... hanno parlato Comastri e Coletti". Pecoraro, continuando a porre domande, aveva chiesto al vicario giudiziale: "Chi ha insabbiato tra Coletti e Comastri?" E il vicario giudiziale aveva risposto: "Entrambi".

Comastri - però - nelle dichiarazioni riportate anche da La Stampa, ripercorre la vicenda con dovizia di particolari: "Nell’estate del 2013 mi arriva una lettera anonima che mi dice che nell’Istituto avvenivano cose brutte. Le segnalazioni anonime sono sempre da prendere con le molle ma io chiamo il rettore e gli dico di svolgere con delicatezza e rigore una indagine per capire se c’era qualcosa di vero. Dopo alcune settimane mi arriva la sua risposta e mi dice che sono calunnie. Non contento - continua il cardinale - chiamo il superiore dei sacerdoti del Preseminario, don Angelo Magistrelli, e gli dico: ti prego fai anche tu una indagine. Anche lui è tornato da me dicendo che si trattava di calunnie. A quel punto siamo già nel giugno 2013 e chiamo il vescovo di Como - che sarebbe Coletti, l'altro citato da Strabellini - da cui dipendono i sacerdoti del Preseminario e anche a lui chiedo di fare una indagine accurata. Nel gennaio 2014 mi risponde con una relazione molto dettagliata di quattro cartelle in cui in sintesi si dice che non c’è fumus, non risulta nulla e a quel punto mi propone di archiviare il caso". L'archiviazione, insomma, deriverebbe dalla presunta mancanza di prove fattuali deducibile dall'inchiesta che Coletti avrebbe fatto su tutta la vicenda.

Comastri - inoltre - dichiara di aver chiesto di allontanare dal Vaticano la persona che, presumibilmente, è accusata di aver compiuto le molestie in Vaticano:"Non contento neanche di questo dico comunque di togliere dal Preseminario un ragazzo - specifica Comastri - e di portarlo a Como in modo che i suoi superiori potessero vigilare meglio raccomandando scrupolosamente di controllare sulla maturità umana dei futuri sacerdoti. Per essere ancora più tranquillo - conclude il cardinale - ho deciso di cambiare completamente l’equipe educativa del San Pio X in modo che ci fosse aria nuova e così i superiori del collegio sono cambiati. Potevo fare di più? Da parte mia non ho archiviato nulla, anzi, ho fatto il possibile per fare luce su quanto avveniva nel collegio".

Il cardinale - insomma - rivendica di non aver affatto insabbiato il caso.

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