Cronache

Caso Noemi, indagine sul pm Ignorate denunce dei familiari

Il Csm ha aperto una pratica per accertare le responsabilità. Il Guardasigilli, Andrea Orlando, incarica gli ispettori

Caso Noemi, indagine sul pm Ignorate denunce dei familiari

La prima Commissione del Consiglio superiore della magistratura ha chiesto al comitato di Presidenza l’apertura di una pratica sul caso di Noemi Durini, la sedicenne uccisa dal fidanzato a Specchia.

L’obiettivo è chiarire se ci siano state o no inerzie degli inquirenti in relazione alle denunce che la madre di Noemi, la signora Imma Rizzo, ha presentato alla Procura per i minorenni di Lecce sui comportamenti violenti del ragazzo. La madre della ragazza uccisa in Puglia dal fidanzato ha più volte ripetuto di aver denunciato già il ragazzo per comportamenti violenti. Circostanza che emerge anche dai racconti dei parenti della vittima.

Il cugino Davide ha affermato: "Era possessivo e geloso, non voleva che mia cugina vedesse altre persone, la picchiava. Noemi, assieme ai genitori, era andata anche in caserma per denunciare le aggressioni subite dal diciassettenne, e aveva ancora i segni della violenza sul volto - racconta il giovane -, ma non è stato fatto nulla". "Nei giorni scorsi avevamo avuto notizie sul fatto che il fidanzato di Noemi fosse violento e su presunte percosse subite dalla ragazza, fatti che non sono normali, ma che evidentemente da parte dei genitori e anche delle istituzioni sono stati sottovalutati", ha aggiunto il sindaco di Specchia, Rocco Pagliara.

Ora il ministro della Giustizia Andrea Orlando, secondo quanto si apprende, ha disposto tramite l'ispettorato accertamenti preliminari sul caso. Intanto in questo caso emerge un altro retroscena e questa volta riguarda una denuncia presentata dalla famiglia del fidanzato di Noemi a carico della ragazza per atti persecutori contro il ragazzo. L'esposto sarebbe stato presentato circa sette mesi fa e due settimane dopo la denuncia da parte della famiglia Durini a carico del fidanzato.

E in questo quadro di denunce incrociate nessuno ha fatto verifiche che forse avrebbero potuto evitare l'omicidio.

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