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Casta a 5 Stelle a Bruxelles: 8 portaborse per ogni deputato

Alla faccia del risparmio. I pentastellati sfruttano al massimo i rimborsi per i collaboratori: quasi 270mila euro al mese

Casta a 5 Stelle a Bruxelles: 8 portaborse per ogni deputato

«Ogni portavoce può spendere fino a 21mila euro in contratti. E molti di loro li usano fino all'ultimo euro». Parola di Claudio Messora, blogger ed ex capo della comunicazione del M5s al Parlamento europeo. La dichiarazione è stata concessa a Panorama a gennaio del 2017 e, nonostante l'attuale campagna contro gli sprechi europei, le cose non sono cambiate granché. A Roma, come documentato dal Giornale il 30 gennaio scorso, mentre il Movimento va all'assalto sul taglio del numero e degli stipendi dei parlamentari, prospera la «casta invisibile» dei dipendenti pagati a peso d'oro. E all'Europarlamento i pentastellati non badano a spese per collaborazioni, consulenze e assunzioni di portaborse. Dando fondo, in moltissimi casi, a tutti i soldi pubblici messi a disposizione per pagare gli assistenti. Una cifra che nel 2018 è aumentata: massimo 24.526 euro al mese per ciascun deputato.

I compensi di portaborse e collaboratori non sono pubblicati sul sito del Parlamento europeo, ma i numeri delle assunzioni dei grillini sono nella media dei parlamentari degli altri partiti. E molto spesso superiori anche rispetto ad alcuni big dell'emiciclo di Bruxelles. Il gruppo del M5s conta 11 «portavoce» e 85 collaborazioni, 8 portaborse per ogni eurodeputato. «Io ho sempre avuto solo quattro collaboratori - dice al Giornale Marco Affronte, ex parlamentare europeo dei 5s transitato a gennaio 2017 nel gruppo dei Verdi - ma molti miei colleghi del Movimento ne avevano e ne hanno di più». E spiega che è molto difficile restare sotto il budget dei 24.526 euro se, ad esempio, si assumono dieci collaboratori: «Io sono stato sempre sotto, ora ho alzato gli stipendi e arrivo al massimo». Dunque, dice una fonte nel Parlamento Europeo, «la soluzione consiste nell'accontentare più persone possibili, mantenendole però con stipendi bassi e facendo ricorso all'utilizzo di stagisti». Quindi se gli undici parlamentari del Movimento spendessero tutti i fondi disponibili, si arriverebbe a una cifra complessiva di 269.786 euro mensili, che fa tre milioni e 237mila euro all'anno.

Di fronte alla ciurma dei portaborse a Cinque Stelle, Affronte non si meraviglia più di tanto: «Il M5s è da molto tempo che si comporta come gli altri, soprattutto in Europa dove c'è sempre stata più libertà e meno controllo da parte della stampa». Così, se alcuni big di Bruxelles come l'ex vicepresidente del Front national Florian Philippot (cinque collaborazioni) o il leghista Mario Borghezio (quattro collaborazioni), non gonfiano troppo gli staff, i grillini dalla squadra più scarna si fermano a sei assistenti. Mentre i campioni sono Piernicola Pedicini e Dario Tamburrano, a quota 12 e 11 collaboratori. Addirittura Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, non è andato oltre gli otto assistenti personali. Ma nel Movimento non mancano nemmeno gli amici e i trombati.

Giuseppe Lomonaco, candidato non eletto alle regionali siciliane del 2012, tra i fondatori del M5s in Sicilia, è assistente accreditato dell'eurodeputato Ignazio Corrao. Fabio Romano, in lizza alle ultime elezioni politiche per la Camera, sfumato il seggio a Montecitorio è tornato a lavorare per Tiziana Beghin (sette collaborazioni all'attivo). Dello staff di Marco Zullo, composto da sette portaborse, fanno parte Andrea Busetto e Alessandro Corazza. Il primo ha collaborato in passato con i gruppi del Pdl e di Ncd, il secondo è stato consigliere regionale in Friuli per l'Italia dei valori di Antonio Di Pietro.

Altre coincidenze interessanti si trovano nella categoria dei prestatori di servizi. Tra questi lo storico attivista pentastellato Simone Pennino, collaboratore della Beghin. Secondo l'Espresso, nel 2013 faceva parte, insieme alla cognata e all'autista di Beppe Grillo, di una società straniera che avrebbe dovuto costruire un villaggio in Costarica. Pennino nel 2015 è stato anche uno degli autori dell'inno del M5s «Lo facciamo solo noi».

Arcangelo Munciguerra, invece, è sia l'addetto stampa del sottosegretario a Palazzo Chigi Vincenzo Spadafora, fedelissimo di Di Maio, sia consulente dell'eurodeputata Isabella Adinolfi.

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