Cronache

Di cattivo gusto. Non si giudica l'aspetto estetico

Almeno il giornalismo sportivo dovrebbe provare a ignorare questa ossessione, anche per l'importanza educativa che ha nei giovani lo sport

Di cattivo gusto. Non si giudica l'aspetto estetico

Non c'è niente da fare, il nostro modo di pensare non cambia. Sulle pagine dei giornali sono sempre preferite le belle donne, quelle che hanno proporzioni affascinanti e seducenti. Stucchevole essere moralisti e partire lancia in resta contro l'esibizione di corpi belli: alcuni giornali interessano proprio perché pubblicano quelle foto e perché il gossip, in proposito, è un tipo di cronaca vecchia come il mondo, che non morirà mai. Diversa è la situazione in cui si vuole omologare le donne sempre alle stesse immagini di belle forme, come se queste fossero l'unica cosa che di loro possa interessare. È penoso quello che sta accadendo con la descrizione delle prestazioni degli atleti olimpionici. «Il trio delle cicciottelle» è un titolo che va censurato non tanto evocando esigenze di rispetto morale: ci sono anche quelle, ma vengono dopo. Innanzitutto c'è un abbrutimento estetico nella cronaca di queste Olimpiadi. È mai possibile che se vogliamo seguire sui giornali i giochi olimpici brasiliani, veniamo per prima cosa informati sulla qualità estetica degli atleti? La schermitrice Rossella Fiamingo è una «sexy stella»: ecco la sua presentazione. Nessuno mette in dubbio la qualità del suo lato B, ma non si può parlare di questo quando si è di fronte a un'atleta che non è andata a Rio per esibirsi in una sfilata di moda. È solo un esempio: gli atleti maschi non vengono trattati diversamente. Sembra che le Olimpiadi di Rio siano solo una questione di bellezza fisica e di gossip. Questa mentalità, che sta orientando la cronaca delle Olimpiadi, è alla base del titolo sulla trio delle cicciottelle. Si parla di quelle atlete dell'arco per le loro forme, le si prendono in giro perché non sono sexy: in realtà non interessano perché sono normali, potrebbero essere ragazze che si vedono entrare e uscire dal pianerottolo della porta accanto. Quello che hanno raggiunto nelle gare della loro specialità poco importa, si possono però umiliare perché non hanno le forme da copertina di rivista patinata. L'ossessione per la bellezza del corpo sappiamo come sia stata abilmente trasformata in un gigantesco affare economico: diete, palestre, creme ecc. Almeno il giornalismo sportivo dovrebbe provare a ignorare questa ossessione, anche per l'importanza educativa che ha nei giovani lo sport.

Se, invece, perfino l'avvenimento sportivo più importante finisce per essere trattato come un concorso di bellezza, non si cade nel degrado morale, ma nell'idiozia che non fa comprendere cosa sia estetica, e quali siano i suoi confini.

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