Sgarbi quotidiani

Chi caccia gli ebrei dai musei

Chi caccia gli ebrei dai musei

È inutile. Ferrara non ce la fa. Con il presidente Mattarella all'inaugurazione del Museo Ebraico, che io ho voluto quando ero al governo e che poi adottò Franceschini, un non meglio identificato «servizio d'ordine» ha impedito l'accesso ad alcuni ebrei, come il rabbino capo Luciano Meir Caro, che aveva appena celebrato la cerimonia di accensione della menorah, lo storico presidente del museo Riccardo Calimani, Paola Bassani (figlia dell'autore de Il giardino dei Finzi Contini) ,oltre al consigliere Zappaterra e all'assessore alla Cultura Maisto, ritenuti evidentemente corpi estranei! Ora, il cerimoniale di un museo che denuncia la discriminazione degli ebrei non si può permettere di escludere il rabbino della comunità perché il prefetto o il sindaco non ne segnalano il nome a agenti, poliziotti e scorte. Il servizio d'ordine può filtrare l'accesso degli ospiti, ma non respingerli. Nessun cerimoniale prevede che chi ha titolo a esserci sia allontanato, sollevandolo di peso. Qualcuno si può compiacere, di questi tempi, che le autorità siano umiliate, ma chi governa un processo deve agire con juicio per non esporre il capo dello Stato a sembrare involontariamente maleducato, come se fosse superiore agli altri. Tutti gli uomini sono uguali, e chi rappresenta una comunità deve essere rispettato. Lo insegna proprio un'altra autorità: il presidente del Senato, Pietro Grasso: «Liberi e uguali».

Non è stato così a Ferrara.

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