I bambini di Bibbiano

La "paladina" delle coppie gay "regista" degli affidi dell'orrore

Omosessuale, e da tempo paladina delle famiglie arcobaleno, Federica secondo gli inquirenti sarebbe uno dei vertici del sistema malato dell'affidamento dei minori

La "paladina" delle coppie gay "regista" degli affidi dell'orrore

Nelle carte dell’inchiesta “Angeli e Demoni” guidata della procura di Reggio Emilia, tra le persone coinvolte e agli arresti domiciliari compare anche lei: Federica Anghinolfi, responsabile del servizio sociale integrato dell’Unione di Comuni della Val d’Enza.

Omosessuale e da tempo paladina delle famiglie arcobaleno, Federica è finita al centro delle indagini che sconvolgono l'Emilia e l'Italia. Secondo gli inquirenti sarebbe uno dei vertici del sistema malato dell'affidamento dei minori. "Sono state la sua stessa condizione personale e le sue profonde convinzioni - si legge nelle carte dell'inchiesta - ad averla portata a sostenere con erinnica perseveranza la “causa” dell’abuso da dimostrarsi 'ad ogni costo'".

Molto si è detto sul "caso affidi". Secondo i carabinieri, quello che emerge è "un business illecito di diverse centinaia di migliaia di euro di cui beneficiavano alcuni degli indagati, mentre altri si avvantaggiavano a vario titolo dell’indotto derivante dalla gestione dei minori attraverso i finanziamenti regionali". Ma forse non è tutto. "Non è solo questione di denaro", attacca Galeazzo Bignami, deputato di Forza Italia". Dietro il "mostruoso sistema degli affidi", dice, "si nasconde un movente ideologico, che è anche peggio".

"Ero consigliere regionale quando nella rossa Emilia il Pd portò la gestione dei servizi sociali della Val d'Enza come esempio in Regione", spiega l'onorevole. "Federica Anghinolfi era una bandiera per le famiglie arcobaleno in quanto esponente di quel mondo".

Il profilo Facebook della responsabile del servizio sociale ne è la dimostrazione. Online mostra foto arcobaleno, condivide articoli sulla galera per chi si macchia di omofobia, fa post sui Gay Pride e via dicendo. Niente di male, per carità. Solo che nelle carte dell'inchiesta spunta anche una famiglia arcobaleno formata da due donne cui era stata consegnata una bambina. Nell'ordinanza il giudice sottolinea i "collegamenti stretti tra le affidatarie e operatrici e dirigenti del servizio sociale". In alcuni casi, le donne affidatarie sono ex compagne della Anghinolfi. L'affido dei bambini alle coppie Lgbt, in fondo, é una battaglia che Federica porta avanti da diverso tempo.

Non è un caso se, quando nel 2014 il Corriere dedica un lungo articolo ad una delle prime coppie omosessuali affidatarie in Italia, è lei ad essere interpellata per il suo "lavoro sulla genitorialità gay (seminari di approfondimento e corsi di formazione) fatto in questi mesi dai servizi sociali emiliani". Non solo. Nel 2014 la Anghinolfi partecipa ad un incontro al circolo Arci Colombofili a Parma. Il tema? La vita delle famiglie arcobaleno. E lì è andata con "nuclei familiari omogenitoriali che da tempo accolgono bambini in affido".

In un video pubblicato nel 2013 da Rosso Parma, Federica Anghinolfi parla del sistema degli affidi. "Andiamo oltre al tema dell’identità di genere nella relazione genitoriale", la si sente dire nell'intervento. Le battaglie Lgbt e per la genitorialità gay ricorrono spesso. A maggio 2018 compare tra le protagoniste di un'iniziativa organizzata dall’Arcigay a Mantova in occasione della "Giornata di contrasto all'omofobia, alla bifobia e alla transfobia". La Anghinolfi è tra le relatrici dell'evento - guarda caso - sull'affido alle coppie omosessuali, un seminario dal titolo “affidarSI. Uno sguardo accogliente verso l'affido LGBT".

Infine, nell’estate del 2018 Federica è relatrice alla Festa dell’Unitá al Parco Nord a Bologna, anche se in quell’occasione il focus é un altro: "Cura dell’infanzia, maltrattamenti e prostituzione minorile". "Di questa vicenda - sottolinea Bignami - non è tanto l’aspetto economico che colpisce. Ma quello culturale. Questa signora è legata a quel mondo, nessuno mi toglie dalla testa che in fondo, dietro a tutto questo, ci sia la teoria gender. Vogliono i bambini senza famiglie, senza identità.

Come corpi eterei".

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