
La prospettiva antropologica coglie aspetti simbolici, storici e di relazione su come l'uomo fa società attorno al cibo e alle diverse forme di commensalità che si sono sviluppate e si stanno sviluppando nel mondo fra inclusione ed esclusione, in un scenario interculturale. A curare questo percorso di Laboratorio Expo è il professor Ugo Fabietti, docente di antropologia culturale all'università Mi0lano Bicocca.
«Il cibo non è solo materia che introduce nel corpo - spiega - ma è una di quelle cose più permeate di cultura umana: materia trasformata attraverso combinazioni di gusti, elaborazioni di ingredienti. Un investimento simbolico sul cibo attorno a cui si sviluppa la costruzione di modelli di comportamento e gusto che ci segnano per tutta la vita: i sapori ci riportano indietro nel tempo suscitando ricordi, emozioni ambientali e sociali».
«Esplorando le forme della commensalità - aggiunge Fabietti - vogliamo dare un contributo scientifico al tema di Expo, indicando strade virtuose e rispettose in un mondo frammentato dove giocano interessi economici che escludono l'accesso alle risorse, tentano di imporre modelli uniformi e disancorano dalle tradizioni territoriali e sociali. C'è invece la necessità di mantenere questi legami non per chiuderci, ma per dare senso a quello che si fa e si è».
«Per questo l'Expo è una grande occasione, un convegno mondiale su nutrizione e qualità della vita - conclude Fabietti -, su come le popolazioni che soffrono di carenza di accesso alle risorse possono attuare, anche con l'aiuto
delle organizzazioni internazionali, comportamenti alimentari sani in continuità con tradizioni e territori. Perché se è centrale il tema delle colture sostenibili lo è anche quello delle culture alimentari sostenibili».